Cultura

Usa: lista nera e censura per 150 canzoni

Censurate le canzoni pacifiste di Lennon, U2, Queen e Beatles. Spernacchiamo ogni propaganda e censura ascoltandoci "Imagine". Vale qualche secondo di attesa in piu'.

di Riccardo Bonacina

“Imagine” di John Lennon è una delle centocinquanta canzoni che in questi giorni uno dei più grandi network radiofonici Statunitensi, la Clear Chanel (1.170 radio) hanno censurato dalle proprie frequenze radio e tv definendole inopportune al momento che si va delineando e nocive al senso di appartenenza della Patria. Tra i brani censurati conpaiono dischi che inneggiano alla violenza (come alcuni brani del gruppo Gap Band, ma anche molte canzoni pacifiste, tra cui quelle di Lennon, degli U2, dei Queen e dei Beatles. La motivazione di questa nuova lista di prescrizione? Rispondono alla Compagnia texana: ?Abbiamo censurato le canzoni offensive e violente e quelle tristi perché inadatte al clima di lutto?!
Spernacchiamo ogni propaganda e censura ascoltandoci John Lennon e roleggendo le parole della sua canzone.

Testo della canzone
Immagina che non ci sia più il paradiso,
è facile se ci provi,nessun inferno sotto i nostri piedi
e sopra di noi solo il cielo,
immagina che tutte le persone vivono
solo per questo giorno

immagina che non ci sono più nazioni
non è difficile
nessuno da uccidere o per cui morire o per cui morire
e nemmeno alcuna religione
immagina che tutte le persone vivano
la vita in pace

puoi dirmi che sono un sognatore
ma non sono l’unico
spero che un giorno tu ti unisca a noi
e che il mondo possa esistere come unico

immagina di non possedere nulla,
voglio vedere se puoi farlo,
nessun bisogno di provare ostio o rabbia,
solo a fratellanza dell’uomo
immagina tutte le persone che
condividono il mondo

  • E se vuoi puoi scaricarla: “Imagine” (mp3 – 2,8 MB)
  • 17 centesimi al giorno sono troppi?

    Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.