Mondo

Usa: in un anno oltre un milione di licenziamenti

Cresce la disoccupazione negli stati Uniti, l'83 per cento in più rispetto al 2000

di Barbara Fabiani

Un milione e 120mila i posti di lavoro tagliati nel 2001 dalle aziende americane. La Cnn conta i lavoratori in tasca all’economia americana e scopre che, solo nel mese di agosto, ben 140mila si sono visti recapitare la temuta lettera di licenziamento. Nei primi 8 mesi del 2001, spiega il network dell’informazione statunitense, l’economia degli Stati Uniti ha mandato a casa ’83 per cento di persone in più rispetto a tutto il 2000. Cifre che dipingono un rallentamento serio della prima economia del mondo, e che sono per molti – certamente per chi ha perso il posto – molto più indicative dei dati spesso contrastanti che ogni giorno piombano su Wall Street, spingendo in alto o in basso la borsa in assenza di altri stimoli per il mercato. A luglio il tasso di disoccupazione è arrivato al 4,5. Poco a confronto con molte economie europee, e meno di metà dell’Italia, ma molto per un Paese che due anni fa discuteva seriamente di piena occupazione, e dove solo a dicembre 2000 i disoccupati erano il 4 per cento. Quasi uno su cinque dei lavoratori licenziati apparteneva al settore delle telecomunicazioni, il più colpito dal rallentamento, e che pesa per il 19 per cento dei licenziamenti. Se i numeri zittiscono gli ottimisti, forniscono però argomenti a chi vede una situazione non così negativa: il 73 per cento delle aziende che hanno licenziato ha dichiarato di aver fatto anche nuove assunzioni. Magari in numero ben inferiore, e magari di lavoratori più giovani e meno costosi, ma comunque assunzioni, che non si fanno se si teme una crisi nera.


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