Mondo

Usa, il fisco fa strage di non profit

Revocate le agevolazioni a poco meno di un terzo delle organizzazioni. Che ora devono reagire

di Gabriella Meroni

Detta così, ha del clamoroso: l'Internal Revenue Service (Irs) americano, l'omologo della nostra Agenzia delle Entrate, ha revocato lo status di non profit a oltre 435mila organizzazioni sul circa un milione e mezzo esistenti nel paese. Il motivo? Formale, ma sostanziale: le organizzazioni messe in discussione non hanno inviato i dati fiscali all'Irs negli ultimi tre anni consecutivi.

Le conseguenze sono pesanti: non essendo più formalmente non profit, gli enti dovranno versare le imposte sul reddito, e i loro donatori non si vedranno più scalare dalle tasse quanto erogato a favore di esse. Uno dei motivi di questa inusuale mole di revoche potrebbe però essere semplice: molte charities infatti, complice la crisi, potrebbero aver smesso di essere attive.

Le organizzazioni che ritengono invece di essere state penalizzate dalla revoca dello status di non profit hanno la possibilità di essere riammesse producendo la documentazione fiscale relativa alle entrate degli ultimi 3 anni e dimostrando di possedere gli altri requisiti richiesti alle non profit. Sono inoltre tenute a versare una multa variabile dai 100 agli 850 dollari. L'altra strada, più complicata, è ricorrere a un legale per far valere le proprie ragioni contro il fisco: fiutando l'affare, sono già molti gli avvocati a stelle e striscie che si propongono sul web promettendo alle associazioni un reintegro a costo (quasi) zero.
 

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