Mondo
Usa: governo contro charity
Obama vuole confiscare 4 moschee e un palazzo a una fondazione iraniana: «Finanzia il nucleare»

Gli Stati Uniti hanno intrapreso un’azione legale mirata alla confisca di quattro moschee e di un grattacielo newyorchese di proprietà di una non profit islamica, la Alavi Foundation. Lo riferisce la Bbc. Secondo i legali del governo statunitense la fondazione avrebbe favorito l’invio illegale di fondi alla Melli Bank, di proprietà del governo iraniano, accusata a sua volta di finanziarie il programma nucleare del presidente Ahmadinejad, e contro la quale il governo Usa ha già emanato un bando. I cittadini americani infatti non possono intrattenere alcun rapporto con la Melli Bank.
Mentre la causa federale è in corso al tribunale di New York, precisa il governo americano, la moschea e gli uffici ospitati nel grattacielo possono continuare le proprie attività, anche perché potrebbe passare molto tempo prima che si arrivi a una decisione sula richiesta di confisca. I legali del governo Usa si aspettano di ricavare oltre 500 milioni di dollari dalle proprietà appartenenti alla Fondazione Alavi in quella che potrebbe diventare la maggiore azione di confisca antiterrorismo della storia americana. Le proprietà che potrebbero cadere sotto la mannaia governativa sono quattro moschee (con sede a New York, nel Maryland, in California e a Houston) oltre al Piaget building, un grattacielo di 36 piani che si trova nella Fifth Avenue e di cui la Fondazione Alavi possiede il 60%. La società che detiene l’altro 40%, la Assa Corporation, è già finita sotto processo lo scorso dicembre perché sospettata di essere controllata dal governo di Teheran. «Nonostante le promesse di Obama di riprendere i contatti diplomatici con l’Iran», nota la Bbc, «finora i progressi sono stati davvero minimi».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.