Non profit
Usa, generosità in calo
La crisi inizia a farsi sentire. Ecco i dati resi pubblici da Giving Usa Foundation
di Redazione

di Riccardo Bianchi
La crisi economica che l’anno scorso ha sconvolto gli Stati Uniti non ha fermato lo spirito di solidarietà degli americani, ma potrebbe avere ripercussioni negative sui dati dei prossimi mesi. A dirlo è il New York Times, riportando le stime della Giving USA Foundation.
Secondo la fondazione, il cui compito è quello di svolgere ricerche sulle donazioni, nel 2007 gli statunitensi hanno donato oltre 306 miliardi di dollari, con un aumento dell’1% al netto dell’inflazione rispetto ai 294 miliardi del 2006.
Ma i segnali non sembrano positivi. Il mese scorso, la Robin Hood Foundation ha visto scendere a 56 milioni di dollari i fondi raccolti durante la sua annuale cena di beneficenza, a cui erano invitati manager con stipendi a 9-10 cifre. Un calo di circa il 21%.
Molti ricchi donatori non riescono più a mantenere le promesse fatte alle associazioni e chiedono di poter diminuire le somme e aumentare le rate. Secondo Melanie Schnoll-Begun, del Citi Global Wealth Management «Molti hanno usato le azioni della propria compagnia o altri beni in loro possesso, che poi hanno perso valore».
Anche i semplici cittadini sono in crisi e non sembrano ancora ben disposti a donare. Il problema è che le loro offerte, che ammontano a 229 miliardi di dollari, sono il 75% del totale e la maggior parte dei progetti delle organizzazioni del terzo settore vive proprio grazie a esse.
Cresce l’interesse delle fondazioni per la cooperazione internazionale, con un +12,9%. Anche la ricchissima Fondazione Bill & Melinda Gates, quella del fondatore della Microsoft, ha devoluto gran parte dei propri fondi per i paesi poveri.
Ma sono proprio le fondazioni a suscitare l’interesse degli studiosi. Come afferma Patrick Rooney, direttore del Centro sulla Filantropia dell’Università dell’Indiana, «I ricchi continuano a indirizzare le proprie donazioni verso fondazioni controllate da famiglie, che sono la metà di tutti gli enti americani per la raccolta delle offerte».
Negli ultimi anni le stesse famiglie benestanti sono state accusate di aver istituito queste fondazioni per sfuggire alla lunga mano del fisco, visto che con le donazioni possono pagare molte meno tasse. Ma la denuncia di gran parte delle organizzazioni non-profit è rivolta soprattutto all’attività di lobbying che queste ricche fondazioni riescono a svolgere su vari campi e in vari paesi del mondo.
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