Mondo

Usa: dopo attacchi +20% infarti in Italia

SI conferma così l'effetto negativo delle catastrofi sul cuore umano

di Gabriella Meroni

Cuore a rischio per gli italiani, dopo l’attacco terroristico di New York. Nelle due settimane successive alla distruzione delle Torri Gemelle, infatti, gli infarti del miocardio nel Belpaese sono aumentati del 20% rispetto alle due settimane prima dell’11 settembre. Stesso risultato per le aritmie ipercinetiche sopraventricolari, mentre gli arresti cardiocircolatori sono aumentati del 12%. Questi i numeri emersi da un’indagine condotta in 5 ospedali italiani (Mestre, Reggio Emilia, Lavagna, Napoli e Catania) dall’equipe del professor Antonio Raviele, presidente del’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione. ”Si tratta di risultati preliminari – sottolinea l’esperto, a Roma per presentare lo studio – che fanno parte di un’indagine piu’ ampia, al via fra una settimana in 150 strutture ospedaliere”. A risentire di piu’ dell’attacco terroristico sono sono state le persone malate di cuore, chi aveva gia’ avuto un infarto e gli ipertesi, in media fra i 60 e i 65 anni, per la maggioranza uomini. ”Tutta colpa dell’ansia e della depressione scatenate da questo tragico evento. Le situazioni particolarmente stressanti – spiega Raviele – attivano il sistema nervoso simpatico, che eccita il cuore. Aumenta cosi’ il rischio di aritmie, che possono anche essere mortali. Sui vasi sanguigni, invece, gli impulsi creano un effetto di vasocostrizione, esponendo le persone con vasculopatie al pericolo di un infarto”. Per ‘l’effetto Usa’ sul cuore degli italiani, l’esperto se la prende un po’ anche con la tv, ‘colpevole’ di aver ”riproposto all’infinito la scena dell’impatto degli aerei”. In questo momento, colmo di tensione per l’annunciata guerra in Afghanistan e il rischio di altri attacchi terroristici, il medico consiglia alle persone piu’ ‘vulnerabili’ di non guardare troppo la televisione, e di cambiare canale di fronte a scene ”troppo forti sul piano emotivo. E’ bene, inoltre, proteggersi con i farmaci betabloccanti ed antiaggreganti che difendono il cuore dall’eccesso di stimoli da parte del dal sistema nervoso e tengono il sangue piu’ fluido”. I dati emersi dall’indagine italiana confermano quanto gia’ si sapeva sull’effetto di ‘catastrofi’ per la salute del cuore. ”Nel ’94, dopo il terremoto di Los Angeles – ricorda l’esperto – gli infarti aumentarono del 35% nella citta’ americana, mentre il numero delle morti improvvise risulto’ quintuplicato”. In particolare, nei 5 ospedali italiani ‘sotto esame’ i casi di infarto sono stati 60 nei 15 giorni prima dell’attacco alle Torri, contro i 72 delle due settimane successive; le aritmie ipercinetiche sopraventricolari sono state 56 prima e 70 dopo, mentre gli arresti cardiocircolatori 8 prima e 9 dopo.


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