Famiglia

Usa: cresce per prima volta da ’91 povert

La percentuale di americani in stato d'indigenza è salito drasticamente nel 2001 e - per la prima volta dagli anni novanta - è sceso il reddito delle famiglie del ceto medio

di Paolo Manzo

Allarme poveri negli Stati Uniti: per la prima volta dal 1991, la percentuale di americani che vivono in stato di indigenza è salito drasticamente nel 2001 e – sempre per la prima volta dai primi anni novanta – è sceso il reddito delle famiglie appartenenti al ceto medio.

I dati – contenuti nel rapporto annuale del ‘Census Bureau’ statunitense su redditi e povertà – dimostrano in modo inequivocabile, scrive oggi il ‘New York Times’ – che lo stato di difficoltà dell’economia ha iniziato a produrre effetti su ampie fasce della popolazione: la recessione che ha avuto inizio nel mese di marzo del 1991 – ha dichiarato senza mezzi termini Daniel H. Weinberg – a capo del dipartimento statistico su redditi e povertà dell’istituto americano – ha contratto i guadagni di milioni di americani.

Tutto il territorio degli Stati Uniti, fatta eccezione per il Nordest, spiega ancora il rapporto, ha visto scendere il reddito dei nuclei familiari americani. In totale, il numero dei poveri è salito a 32,9 milioni di unità, 1,3 milioni in più, ossia, in termini di percentuali di popolazione, all’11,7 per cento, lo 0,4 per cento in più rispetto al 11,3 per cento del 2000.

Il reddito medio delle famiglie è sceso a 42.228 dollari nel 2001, 934 dollari in meno (il 2,2 per cento) rispetto all’anno precedente. Il rapporto è destinato ad alimentare il dibattito politico della campagna per il Congresso: per la Casa Bianca, l’aumento del numero dei poveri va fatto risalire in parte ad un rallentamento economico iniziato sotto la presidenza Clinton.

Da parte loro, i Democratici hanno attribuito al presidente George Bush ed al ”fallimento delle sue politiche economiche” questi risultati. Ma Bush guarda al futuro con ottimismo: ”Se mettete insieme la produttività del popolo americano, tassi di interesse bassi ed una bassa inflazione, avete gli ingredienti della crescita”.

Seppure in crescita di 0,4 punti rispetto all’anno precedente, ricorda infine il ‘New York Times’, il tasso di povertà del 2001 è inferiore a quello registrato negli ultimi due decenni. Tra il 1980 ed il 1988 ha sempre superato il 12 per cento. Poi, dal 1993 al 2000, la crescita economica lo ha fatto scendere all’11,3 percento.

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