Welfare
Usa: Cheney vuole esonerare Cia da divieto abusi su prigionieri
Il vice presidente Usa avrebbe presentato il testo di una proposta che rappresenta una scapptoia rispetto al provvedimento contro gli abusi approvato in Senato.
Il vice presidente americano Dick Cheney vuole esonerare gli agenti della Cia dal divieto di compiere abusi sui prigionieri, contenuto in un provvedimento approvato in Senato. Lo scrivono oggi i giornali americani, citando due fonti ben informate secondo le quali Cheney, accompagnato dal capo della Cia Porter Goss, ha consegnato giovedi’ scorso il testo della proposta al senatore repubblicano McCain. Ma questi l’ha respinta.
Ex prigioniero dei vietcong durante la guerra in Vietnam, McCain e’ il principale sponsor del provvedimento che vieta il trattamento inumano dei prigionieri degli americani, approvato in Senato il 5 ottobre con 90 voti a favore e 9 contrari, nell’ambito di una piu’ ampia legge di spesa. La versione di questa legge passata alla Camera non conteneva la parte sui prigionieri e sono in corso trattative fra i due rami del Congresso per giungere ad un testo comune.
La proposta di Cheney prevede che il divieto non venga esteso ad operazioni di controterrorismo all’estero o ad operazioni condotte ”da elementi del governo degli Stati Uniti” diversi dal dipartimento della Difesa, ”se il presidente determina che tali operazioni sono vitali per la protezione degli Stati uniti o dei suoi cittadini da attacchi terroristici”.
Altre fonti aggiungono che Cheney sta tentando anche di battersi contro un’altra parte della legge approvata in Senato, la’ dove si impone che i detenuti sotto la custodia dei militari americani possono essere interrogati solo secondo i metodi stabiliti dal manuale da campo dell’esercito. Il testo del manuale e’ attualmente in revisione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.