Mondo
Usa: Bush parla al Paese ma soprattutto ai militari
Il presidente George W. Bush ha preparato l'America alla guerra all'Iraq ed ammonito le truppe Usa che ''ore cruciali'' potrebbero giungere molto presto
di Paul Ricard
Il presidente George W. Bush ha preparato l’America alla guerra all’Iraq ed ammonito le truppe Usa che ”ore cruciali” potrebbero giungere molto presto. Bush ha trasformato il discorso sullo stato dell’Unione in un atto di accusa contro Saddam Hussein: il 5 febbraio il segretario di stato Colin Powell presentera’ all’Onu le prove che ”il dittatore dell’Iraq non sta disarmando, ma sta invece continuando ad ingannare” gli ispettori, mostrando ”sprezzo totale” per le Nazioni Unite. Il presidente americano non ha lasciato dubbi sulla sua determinazione ad andare fino in fondo. ”Ci saranno consultazioni, ma una cosa deve essere chiara: se Saddam Hussein non disarmera’ totalmente, guideremo una coalizione per disarmarlo”. E in questo caso, ”se saremo costretti alla guerra, combatteremo con la massima potenza e la massima forza” della macchina militare Usa. ”Ci attendono giorni decisivi – ha ammonito Bush – non passeremo i nostri problemi ad altri presidenti e ad altre generazioni”. ”Vogliamo la pace. Ma la pace deve essere difesa. Un futuro vissuto alla merce’ di minacce terribili non e’ certo la pace – ha aggiunto – la sicurezza della nostra nazione non puo’ dipendere da decisioni altrui”. Il tema dell’Iraq ha dominato il discorso di Bush al Congresso riunito, trasmesso alla nazione a reti unificate e rilanciato via satellite in tutto il mondo, anche alle truppe americane imbarcate sulle navi dirette verso il Golfo. ”Quasi tre mesi fa il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha dato la sua possibilita’ finale di disarmare – ha detto Bush – Il dittatore ha mostrato il suo sprezzo totale per le Nazioni Unite e per l’opinione pubblica mondiale”. Un anno fa Bush aveva usato la stessa occasione per dichiarare guerra al terrorismo. ”La guerra continua e stiamo vincendo – ha osservato in serata il presidente – Oltre 3.000 terroristi nel mondo sono stati arrestati. Altri non sono piu’ un problema”. Tra i successi Bush ha citato anche l’ individuazione di una cellula di Al Qaida a Milano. Per combattere con piu’ efficacia il terrorismo Bush ha annunciato la creazione di un ‘progetto bio-scudo’ per prevenire attacchi bio-terroristici e l’istituzione di un nuovo centro integrato per le minacce terroristiche, che avra’ il compito di raccogliere e analizzare tutte le informazioni raccolte dalle varie agenzie Usa. Ma la minaccia piu’ grave e’ costituita dai paesi che stanno sviluppando armi per la distruzione di massa, per usarle o per aiutare i terroristi. ”Minacce differenti richiedono strategie differenti”, ha detto Bush cercando di spiegare il diverso atteggiamento degli Stati Uniti verso paesi come l’Iraq e la Corea del Nord. Il presidente ha ammonito il governo della Corea del Nord che ”le armi nucleari porteranno soltanto isolamento, paralisi economica e poverta”’ al paese. ”L’America e il mondo non intendono farsi ricattare”, ha aggiunto Bush, ribadendo comunque la sua speranza di trovare una soluzione pacifica. Sul fronte internazionale Bush ha fatto solo brevi accenni all’Iran, al Medio Oriente e all’Afghanistan. La prima meta’ del discorso, durato 66 minuti, e’ stata dedicata ai problemi nazionali, con il rilancio della economia in primo piano. Bush ha ammesso che le cose non vanno ancora troppo bene. ”Dopo la recessione, gli attacchi terroristici, gli scandali delle grandi imprese, il declino di Wall Street, la nostra economia ha cominciato a riprendersi – ha detto Bush – Ma non sta crescendo abbastanza rapidamente”. Bush ha ribadito il suo pacchetto di tagli fiscali (per 674 miliardi di dollari in dieci anni) per stimolare l’economia. ”I posti di lavoro si creano quando l’economia cresce – ha detto – L’economia cresce quando gli americani hanno piu’ soldi da spendere e da investire, cioe’ quei soldi che non portiamo via con le tasse”. Bush ha proposto misure per migliorare la copertura sanitaria (specie degli anziani) e per eliminare la doppia tassazione dei dividendi azionari. Il presidente ha inoltre sollecitato il Congresso a mettere al bando con una legge precisa la clonazione umana. Bush ha parlato con alle spalle il suo vice Dick Cheney (una delle rare occasioni in cui i due sono apparsi insieme dopo l’ 11 settembre) e rivolto ad una platea che comprendeva molti dei candidati democratici alla Casa Bianca per il 2004. Nella tribuna d’onore, non lontano dalla first lady Laura Bush, una poltroncina e’ stata lasciata vuota, a simboleggiare il ”vuoto lasciato nelle vite di molte famiglie americane” dalla strage dell’11 settembre. Come e’ tradizione, un membro del governo e’ stato lasciato in una localita’ sicura per garantire continuita’ di azione nel caso di un evento catastrofico al Congresso: la scelta e’ caduta quest’anno sul ministro della giustizia John Ashcroft.
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