Mondo

Usa, Australia e Israele scettici su lettera Iraq a Onu

"Non bisogna farsi incantare da un folle", il coro unanime

di Paolo Manzo

La notizia della mano tesa di Saddam sugli ispettori ha avuto un’accoglienza gelida da parte Usa. La Casa Bianca resta ”scettica” sulla disponibilità dell’Iraq a riammettere gli ispettori dell’Onu ”immediatamente” e ”senza condizioni”. Lo ha detto, nella prima reazione ufficiale americana, il direttore delle comunicazioni alla casa Bianca Dan Bartlett. ”Abbiamo detto chiaramente che non intediamo negoziare con l’Iraq. Lavoreremo con il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per valutare il modo più efficace per raggiungere il nostro obiettivo”. Per Bartlett, la lettera di Saddam è ”una mossa tattica”, tesa a dare ”false speranze alla comunità internazionale. Sfortunatamente, l’esperienza di oltre un decennio mostra che potete fare davvero poco affidamento su quel che dice e quel che fa”. Le fonti della Cnn hanno aggiunto che Bush ha detto di non: ”Non prendere sul serio quel che Saddam Hussein dice”. ”E’ necessaria -prosegue il portavoce della Casa Bianca- una nuova, efficace risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che affronti davvero il problema che la minaccia di Saddam Hussein pone al popolo iracheno, alla regione e al mondo”. ”Il problema non sono le ispezioni”, conclude il testo ufficiale del governo Usa. “Il problema sono il disarmo delle armi di distruzione di massa e il rispetto da parte del regime delle altre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Questa è una mossa tattica. Questa è una tattica che fallirà. E’ tempo di agire”. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deve indicare ”che cosa significa ispezioni senza condizioni, che cosa significa rispetto delle risoluzioni e che cosa l’Iraq deve fare”: La Casa Bianca quindi boccia la mano tesa dal regime di Baghdad ed è tornata a chiedere al Consiglio di Sicurezza di non lasciarsi distogliere dalla necessità di intraprendere un’azione militare contro Baghdad. Quasi stesso gelo da parte del governo australiano. Il primo ministro conservatore australiano John Howard ha detto che sarebbe ”ingenuo” immaginare che la questione sia risolta. Esprimendo dubbi in parlamento sull’affidabilità del sì iracheno alle ispezioni per il disarmo, Howard ha sottolineato oggi che l’Iraq dovrà muoversi molto rapidamente per soddisfare gli obblighi assunti nella lettera al segretario dell’Onu Kofi Annan e quelli imposti dalle passate risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. ”Questo è solo un primo cauto passo avanti verso una soluzione di un problema molto difficile senza ricorso al conflitto militare”, ha aggiunto il premier. Durissima anche la reazione di Israele alla mano tesa di Baghdad. E’ ”solo un espediente”. Questo il parere espresso stamane da fonti politiche israeliane e ripreso sul sito Internet del quotidiano Yediot Ahronot, Ynet. L’unico scopo di questo ”espediente” sarebbe rinviare il più a lungo possibile una iniziativa militare statunitense e creare divisioni fra i paesi occidentali. Da parte sua il viceministro israeliano alla difesa Shiri Weizman (laburista doc) ha detto oggi alla radio militare che ”gli Usa non hanno altra scelta che rimuovere dal potere Saddam Hussein”. ”Quell’uomo è malato, è folle” ha sostenuto Weizman, riferendosi al presidente iracheno. Quindi per Washington, Camberra e Tela Aviv questa notte non è successo nulla che possa allontanare l’imminente attacco all’Iraq…


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