Mondo
Usa: associazioni contro i controlli elettronici
Il caso Vissage Technologies e l'annunciata volontà di aumentare i controlli su Internet e sulle comunicazioni in generale, allarma chi si occupa di diritti civili in Usa.
Il titolo Vissage Technologies, quotato al Nasdaq di New York, fra il 10 e il 17 settembre ha registrato un?impennata impressionante. Un andamento in forte controtendenza rispetto agli altri titoli, depressi dalla crisi politica internazionale e dallo spettro della nuova recessione.
La Vissage infatti è una società che commercializza sistemi di analisi delle immagini di videocamera. Il giorno 17, alla riapertura delle borse, la società ha annunciato la messa a disposizione gratuita della sua tecnologia alla Fbi per la ricerca dei terroristi.
La tecnologia di riconoscimento facciale di cui disponde Vissage permette di recuperare i volti di alcune persone in mezzo alla folla e di interrogare un database per confrontare le immagini. Un sistema del genere, basato su 36 videocamere, funziona già a Tampa in Florida, all?aeroporto islandese di Reykjavik e in Gran Bretagna. Insomma lo scenario che il regista Wenders aveva immaginato per il suo film ?Fino alla fine del mondo?, in cui racconta la storia di un anonimo ?controllore? elettronico, di una grande città americana.
Ma negli Usa, le associazioni dei diritti dei cittadini sembrano non gradire questo primo passo nell?annunciata stretta sulla privacy.
L?Electric Frontier Foundation ha lanciato lunedì scorso una raccolta firme per chiedere al Congresso che siano approvate ?soltanto misure efficaci nella prevenzione del terrorismo, proteggendo però le libertà degli americani?.
E la polemica si sta allargano alle restrizione alla crittografia dei messaggi su Internet.
La sensazione diffusa è che, dietro alla necessità di combattere il terrorismo, si nasconda anche qualche tentativo per aumentare i controlli sulla vita privata dei cittadini e sulla comunicazione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.