Mondo

Usa: anche l’ipnosi per sondare i consumatori

L'allarme di Klaus Davi: la rivista inglese 'New Scientist' lancia l'ipnosi invece del tradizionale e ingannevole sondaggio

di Redazione

L’ipnosi per ‘sondare’ i veri gusti dei consumatori e pianificare le campagne pubblicitarie. E’ questa l’ultima tendenza in voga tra le grandi aziende statunitensi che, a quanto pare, iniziano a non fidarsi piu’ delle tradizionali ricerche di mercato. A puntare i riflettori sull’inedito ‘trend’ e’ il massmediologo Klaus Davi. Dopo i movimenti no-global, pare infatti che i consumatori di tutto il mondo non siano piu’ tanto sinceri nel rispondere alle ricerche di mercato promosse dalle aziende, sottolinea Davi: ”Quando si chiede alla gente quale prodotto compri, per qualche ragione spesso mente o dice il contrario di quello che pensa, facendo perdere agli sponsor centinaia di miliardi”. Ma ora, secondo quanto scrive la rivista inglese ‘New Scientist’, prosegue il massmediologo, per arginare le resistenze dei consumatori si fa ricorso appunto all’ipnosi: un nuovo trend che sta prendendo piede soprattutto nelle ricerche di mercato americane. Il tramonto del sondaggio tradizionale ha aperto la strada, secondo la rivista, a questa nuova tecnica e gli istituti di ricerche che ne fanno uso in America e in Europa stanno moltiplicando i loro guadagni. Bill McDonald e Dvora Sagi della New Thinking di Sacramento, in California, sostengono che il metodo per scoprire le vere motivazioni dei consumatori non puo’ essere che l’ipnosi. McDonald ha rilevato, infatti, che la frequenza dei commenti di tipo emozionale aumentava notevolmente sotto ipnosi. Ad inaugurare la nuova tendenza e’ stato l’analista di mercato Marcus Goldberg, moderatore nelle discussioni dei gruppi di consumatori. Le discussioni fondate sulla razionalita’ non fornivano pero’ informazioni adatte per piazzare il prodotto. Goldberg, come racconta la rivista, ha avuto cosi’ l’idea di ipnotizzare il gruppo di confronto, ed oggi la societa’ da lui fondata conduce quasi tutti gli studi sotto ipnosi vantando tra i propri clienti le multinazionali piu’ note. ”Sbagliare una campagna pubblicitaria puo’ costare ad un’azienda anche decine di miliardi – spiega Klaus Davi – ed e’ per questo che in America per essere certi dell’efficacia di un marchio e della pubblicita’ si battono strade nuove”. Ma sono efficaci? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ‘Science’ e realizzato da un pool di psicologi dell’universita’ di Waterloo nell’Ontario, afferma Davi, ”la capacita’ di ricordare un marchio sotto ipnosi e’ accompagnata da ricordi imprecisi ed e’ quindi inaffidabile”. Ma Goldberg insiste e, con la sua tecnica, sostiene di capire a quale valore o ricordo viene associato un marchio commerciale frugando nell’inconscio dei consumatori. In Italia le reazioni non si sono fatte attendere. Per l’industriale Marco Boglione, presidente della BasicNet, la societa’ che realizza la maglia della nazionale, ”se l’ipnosi svelasse veramente l’inconscio dei consumatori allora potrebbe servire”. Bocciatura, invece, da parte dei pubblicitari dell’Upa, come spiega Felice Lioy: ”Il consumatore e’ stimolato all’acquisto da motivazioni razionali e da spinte emotive che solo in minima parte si rifanno all’infanzia. Queste pratiche ipnotiche sono dubbie sotto l’aspetto etico e fuorvianti sotto l’aspetto pratico”. Concorde anche l’associazione Unicom: ”Le aziende italiane non possono che criticare una simile coercizione dal punto di vista etico. Non si puo’ sondare un consumatore inconsapevole ed anche il profilo giuridico e’ discutibile”. Perplessa Naomi Klein, filosofa dei no-global: ”E’ l’ultima frontiera – dice – di un attacco delle multinazionali all’integrita’ emotiva dell’individuo”.


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