Mondo

Uranio: l’Ics giudica incomplete le conclusioni di Mandelli

E chiede il coinvolgimento di scienziati indipendenti

di Gabriella Meroni

L?ICS giudica incomplete e insoddisfacenti le risposte date dalla Commissione Mandelli in merito al possibile legame tra casi di leucemia e tumori riscontrati nei militari ed effetti dell?Uranio impoverito. L?affermazione dell?esclusione degli effetti dell?Uranio impoverito in base ad un semplice rilievo statistico (tra l?altro incompleto e parziale, perchè non confrontato con i casi precedenti dei militari, dato che il Ministero della Difesa non ha mai fornito) dei casi di leucemia nel confronto con la media nazionale (da cui i casi militari non si scosterebbero in termini percentuali) e l?uso della categoria del “caso” rispetto, invece, al numero maggiore nei militari colpiti dei linfomi di Hodgkin rispetto alla media nazionale, fa nutrire molte riserve e sospetti sulle valutazioni formulate. Il governo ha sempre rifiutato la partecipazione di scienziati indipendenti indicati dalle associazioni dei familiari delle vittime e dalle ONG ai lavori della Commissione che, come si sa, ha lavorato su mandato e in collegamento con il Ministero della Difesa, che aveva tutto l?interesse a dimostrare l?innocenza dell?Uranio impoverito e ad escludere ogni legame diretto. Tra l?altro il Professor Mandelli, in un incontro con le ONG svoltosi il 16 febbraio scorso, aveva dichiarato che la Commissione avrebbe solo potuto confrontare il dato dei militari colpiti con quello nazionale, per ricavarne un?eventuale discordanza cui far risalire qualche causa sconosciuta, ma mai avrebbe potuto dare giudizi sull?eziologia dei casi, non avendo gli strumenti per farlo. Invece, vediamo nelle conclusioni di ieri della Commissione, che a priori l?Uranio impoverito viene comunque escluso. Rimane in ogni caso un punto sul quale occorre pronunciarsi, al di là del legame diretto o indiretto con le leucemie dei militari italiani. L?Uranio impoverito fa male, produce effetti radiattivi e inquinamento tossico. Tale sostanza è stata condannata da una risoluzione delle Nazioni Unite (1996) ed è come sostanza tossica vietata dal primo protocollo della Convenzione di Ginevra. Chiediamo indagini più accurate, soprattutto condotte sui territori che sono stati colpiti da questi proiettili: sono necessari campionature dei terreni bombardati e monitoraggio sanitario dei residenti. Chiediamo che il governo italiano utilizzi parte dei 6 miliardi e 600 milioni stanziati dalla recente legge sulla ricostruzione dei Balcani per il monitoraggio ambientale a questo obiettivo.


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