Formazione

Uranio impoverito, si ammala un altro carabiniere

Ciro Nastri, 28 anni in 10 anni di servizio era stato in Kossovo e Bosnia. Oggi è affetto da linfoma di hodgkin

di Stefano Arduini

”Ancora una vittima delle missioni italiane all’estero. Ancora un carabiniere ammalatosi per esposizioni all’uranio impoverito. Ciro Nastri, carabiniere scelto di 28 anni, del Battaglione mobile cc. di Laives (Bz) originario di S.Antonio Abate (Na), con all’attivo dieci anni di servizio tra cui tre espletati in Kossovo e Bosnia, e’ l’ultimo di una lunga serie di carabinieri che recentemente hanno scoperto di essere affetti da tumore, linfoma di hodgkin che per gli esperti e’ causato dalle contaminazioni da metalli pesanti tra cui l’uranio impoverito usato massicciamente nei bombardamenti americani e non solo”. A denunciarlo, in una nota, e’ il presidente dell’Unione nazionale arma dei Carabinieri (Unac), organizzazione ‘sindacale’ del corpo e direttore de ”La rivista dell’arma”, Maresciallo Antonio Savino. ”Attualmente in convalescenza da oltre un anno – prosegue Savino – Ciro Nastri e’ costretto a sottoporsi a proprie spese, a cicli bisettimanali di chemioterapia presso il Policlinico di Napoli. Costretto altresi’ al silenzio dai suoi superiori che hanno tentato di dissuaderlo anche dal presentare domanda di riconoscimento da causa di servizio per il gravissimo male subito. Rivoltosi all’Unac e’ stato inserito nel lungo elenco di carabinieri e militari assistiti dall’associazione che si e’ mobilitata subito affinche’ l’ultima vittima non rimanga come gli altri, abbandonato dallo stato e dall’arma dei Carabinieri, trovandosi tra breve riformato dal servizio senza diritto a pensione, ovvero senza alcun mezzo di sostentamento almeno cosi’ per le attuali leggi italiane”. L’Unac, continua la nota, sta approntando tra l’altro, ”una causa civile per il risarcimento dei danni per tutti questi sfortunati colleghi, che vedra’ citato in giudizio il ministero della Difesa, il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ed il comando della Divisione mobile che comprende tutti i reparti che hanno mandato e mandano uomini allo sbaraglio, senza informarli sui reali rischi incontrati sugli scenari di guerra. L’Unac ha richiesto da tempo una legislazione d’emergenza, che tarda ad arrivare, al fine di aiutare questi sfortunati colleghi”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA