Non profit
Upgrade Volontariato: gli attori e la ricerca di senso
Politici e volontariati all'appuntamento di Arezzo
Arezzo è vicina e siamo tutti curiosi di capire come si muoveranno i volontariati all’interno della Conferenza, e similmente come si muoveranno i politici, quali impegni prenderanno, quale sarà il taglio degli interventi.
C’è da sperare nella produzione di qualcosa di buono? Io credo di sì, fondamentalmente perché da un po’ di anni l’atteggiamento nei confronti del volontariato è cambiato, sia a guardarlo dal di fuori che dal di dentro.
Come il politico legge ed interpreta il fenomeno del volontariato? Se sa distinguere tra volontariato e non profit (ad alcuni, pochi in realtà, questo riesce ancora difficile, ma non disperiamo), il politico ha sperimentato che la parte del suo discorso “laudante” e plaudente l’attività dei volontari deve ridursi e di parecchio; come dire che non ci cascano più. Il politico sa che le richieste delle organizzazioni sono – per buona parte – ben circoscritte (p.e. iva, sussidiarietà reale, soggetti di gestione, certezza e semplificazione nell’amministrazione, ruolo dell’agenzia delle onlus, esclusioni da e integrazioni con altre normative). E che a tali istanze il politico – per quanto è di sua competenza – deve dare risposte credibili.
Le organizzazioni sono consapevoli della specificità (fiscale, organizzativa e ideale) del loro status, specificità che le differenzia rispetto al resto del Terzo Settore. A ben vedere, ma è cosa da dire forse sottovoce, è risaputo che il volontariato non è sempre apprezzato dalle altre componenti l’economia civile. Se quindi una certa strada deve essere intrapresa “da soli” (e per la dialettica politica questa è una situazione scomoda, certo non di forza), almeno che sia unitaria all’interno del variegato mondo dei volontariati.
Come usare questa specificità?
Un elemento di riflessione di particolare interesse e profondità ci viene offerto dall’intervento del professor Zamagni nell’inserto “Il futuro del volontariato”, allegato all’ultimo Vita (n.41/02).
Senso e significato della gratuità vengono qui esplicitati dall’autore con chiarezza e esaustività; ne suggerisco la lettura anche in relazione all’argomento che mi sta più a cuore, ovvero la modifica della l. 266/91.
E’ evidente come il tragitto che sta portando alle proposte di legge (o alle bozze di proposta) sia stato intrapreso con responsabilità dalle diverse realtà aggregative del volontariato che, almeno dal Convegno di Pisa del Gennaio ’01 sui 10 anni della legge, sono andate proprio a definire o ridisegnare il senso che l’attività gratuita, libera e volontaria (e aggiungerei economicamente disinteressata) ha nel contesto della società attuale e di quella prossima ventura.
Le premesse ideali (cioè sull’idea di base del volontariato) ci sono.
Quello che auspico è che le correzioni legislative suggerite siano all’altezza della nobiltà dell’agire del volontariato, condizioni che si sono avverate, a mio giudizio, nelle proposte della Fivol .
Carlo Mazzini
Area non profit
Studio Legale Tributario associated with Ernst & Young
Vedi anche
Volontariato: upgrade di una legge
Upgrade volontariato: il caso delle organizzazioni di secondo livello
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