Sostenibilità

Uomo e natura, prove di convivenza possibile

Progetti in corso 1/ Nepal: Quando il lavoro con le comunità locali dà buoni frutti. Il bilancio di 40 anni di lavoro in uno Stato “difficile”. Di Elisa Cozzarini

di Redazione

In hindi Kangchenjunga significa «i cinque tesori della grande neve»: oro, argento, pietre preziose, grano e i libri sacri, cioè «i contenitori di dio». Sono cinque vette nell?Himalaya, tra Nepal e India, di cui una è la terza più elevata al mondo, con 8.586 metri d?altezza. Nel 1997, grazie alla campagna Living Planet del WWF, il monte Kangchenjunga è stato dichiarato «un regalo per la Terra». Proprio qui, il 23 settembre di quest?anno sono morte per un incidente in elicottero 24 persone, tra cui sette membri dello staff del WWF internazionale, da Nepal, Stati Uniti e Gran Bretagna, ed esponenti del governo locale, giornalisti, tecnici. Erano di ritorno da una spedizione nell?area. «Il lavoro della nostra organizzazione porta a spingersi nelle zone più impervie del pianeta, per coniugare la tutela dell?ambiente con il diritto delle comunità locali a gestire le proprie risorse, e garantire un futuro a se stessi e alla biodiversità», commenta Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia, esprimendo il cordoglio per le vittime.

Il progetto di conservazione del Kangchenjunga è nato nel 1998 per la difesa di specie in pericolo, come il leopardo delle nevi e, assieme, per la promozione di servizi sanitari, educazione informale e sviluppo locale. «Il ruolo dello staff internazionale», prosegue Candotti , «ha lo scopo di rafforzare il peso diplomatico e politico delle popolazioni e organizzazioni locali nelle decisioni globali, per cambiare le regole del gioco rispetto alla sostenibilità».

Approccio integrato

Il WWF ha iniziato a lavorare in Nepal quasi 40 anni fa. All?inizio il focus era sulla ricerca e salvaguardia delle singole specie, la tigre, il rinoceronte, l?elefante, etc. Oggi si è passati a un approccio integrato: la difesa della flora e la fauna va di pari passo con una gestione sostenibile delle risorse naturali da parte delle stesse comunità locali, coinvolte nei meccanismi decisionali. Uomini e animali hanno un bisogno vitale della foresta, per questo va tutelata dalle pratiche che tendono a distruggerla. Ad esempio, si tratta di proporre alternative all?uso del legname come carburante per cucinare e riscaldarsi. Nella regione del Terai, si è iniziato a installare stufe a basso consumo di legna e reattori a biogas. Tra il 2001 e il 2004 sono stati costruiti 1.778 reattori e da due anni il programma è portato avanti dall?ong Biogas Support Programme del Nepal.

È dallo stesso bisogno di risorse che nascono i conflitti tra uomo e natura. In molti casi il WWF, assieme ad altri partner, ha accompagnato le popolazioni locali nella ricerca di una soluzione. Ad esempio, basta coltivare piante che gli animali selvatici non mangiano, come la menta, costruire recinti e trincee per tenere lontani gli animali. Bisogna però che gli stessi beneficiari partecipino alla gestione.

Donne in campo

«Quando ci siamo rese conto che i nostri uomini non capivano l?importanza della conservazione e del lavoro di comunità, abbiamo preso in mano la situazione. Lo staff del progetto ci ha aiutato a costruire una torre di controllo. Ci diamo il turno e cacciamo gli animali quando vengono. I danni al raccolto sono molto diminuiti», racconta Kamala Saud. Protagoniste e beneficiarie dei progetti di conservazione sono infatti spesso le donne, di cui si cerca di incentivare la formazione. In Nepal il tasso di analfabetismo femminile è del 60%, contro il 40% degli uomini. Nel Kangchenjunga, le comunità locali si sono organizzate nel 2000 in un Consiglio di gestione locale di cui fanno parte 7 comitati, 44 gruppi di utenti e 32 di madri. In settembre hanno ricevuto l?incarico di amministrare autonomamente il proprio territorio dal ministro delle Foreste, Gopal Rai. E Chandra P. Gurung, del WWF Nepal, ha commentato: «Siamo fieri di essere parte di questo evento. È un buon esempio di come le popolazioni locali abbiano saputo gestire le risorse naturali in modo equo e sostenibile». E questo, nonostante i disordini politici iniziati dieci anni fa con la ribellione maoista che ha causato 11mila morti. Infatti, la gestione delle risorse a livello locale è una questione legata alla sopravvivenza. I gruppi forestali e i comitati locali sono le uniche istituzioni che hanno funzionato, anche in assenza dello Stato. Il fatto che il programma sia riuscito in una zona di conflitto è forse il maggior risultato del lavoro del WWF in Nepal.

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