Economia

Uomini for sale

Anteprima dell'editoriale del numero del Magazine in edicola da domani

di Giuseppe Frangi

C’è un aspetto che colpisce nel grande cataclisma che ha travolto l’economia mondiale: la speculazione finanziaria ha gonfiato la sua bolla facendo leva su un bisogno essenziale di qualsiasi uomo, quello di avere una casa. Sono due mondi, due dimensioni che più lontane non si potrebbero immaginare. La finanza, con la sua voracità globale, con il suo essere dappertutto e insieme in nessun luogo: flusso per eccellenza. La casa, al contrario, è luogo per eccellenza. Piccolo, stabile, rintracciabile, programmaticamente fedele. Queste due entità opposte oggi sono legate, a livello non solo simbolico da uno stesso destino. C’è qualcosa che accomuna quella selva di cartelli “for sale” che oggi costellano il paesaggio americano e le immagini di impiegati e dirigenti che con i loro scatoloni lasciano le varie sedi del colosso che non c’è più, la banca Lehman Brothers. Sono due immagini di un’unica disfatta. Come lo sono (perché non è solo americano questo gioco) gli immensi condomini costruiti per nessuno, creature spettrali e vuote alla periferia di Madrid, che avevano il solo scopo di alimentare l’ex miracolo spagnolo (l’immobiliare faceva il 9% del Pil…).


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