Famiglia

Un’oasi del WWFper essere bambini e non solo malati

A Limestre nella sede pistoiese del campo

di Redazione

Passare un periodo di svago in un ambiente protetto, seguiti da uno staff medico e di animazione, divertendosi e tornando a essere solo e semplicemente bambini: è questa l’esperienza che il Dynamo camp consente di vivere ogni estate a decine di ragazzi dai 7 ai 16 anni malati di gravi patologie oncoematologiche.

Il valore della sfida
In Italia sono migliaia i bambini che soffrono di queste malattie e che per questo sono sottoposti a terapie spesso invasive e di lunga durata, che li costringono a trascorrere molto tempo in ospedale. Questo significa paura, stanchezza ma anche meno socializzazione con i coetanei. Dynamo camp vuole essere una risposta a tutto questo, e offrire gratuitamente a centinaia di piccoli malati l’opportunità di concentrarsi su ciò che è nelle loro possibilità e non sulle privazioni causate dalle proprie condizioni di salute. Il camp offre inoltre ai genitori e alle famiglie un sostegno psicologico e pratico nell’affrontare i problemi derivanti dalla malattia dei propri bambini e un supporto a farli sentire “vivi”.
Dynamo camp è in Toscana, a Limestre (in provincia di Pistoia), all’interno dell’Oasi WWF Cesto del lupo, mille ettari di terreno popolati da diverse specie animali (cinghiali, caprioli, daini, mufloni) a oltre 600 metri di altitudine. «Qui i ragazzi sperimentano il cuore dell’intuizione che ha dato vita al Dynamo camp: la terapia ricreativa», spiega Serena Porcari, «ovvero la partecipazione a un’avventura e ad esperienze significative con i propri coetanei attraverso una serie di attività concepite come “sfide” costruttive e senza competizione. È infatti ciascun ospite che sceglie il ritmo a cui procedere nelle attività e il limite fino a cui spingersi». Subito dopo l’attività è previsto un momento, di gruppo o privato, in cui esporre le proprie riflessioni, discutendo insieme agli animatori o scrivendo le proprie impressioni su un diario. «Scopo di questo passaggio», continua la Porcari, «è stimolare la riflessione sugli obiettivi raggiunti e far scoprire a ciascuno di poter riuscire anche in cose di cui non si riteneva capace. Questo porta a un consolidamento della fiducia in se stessi che aiuterà nelle successive sfide da affrontare».

Massima sicurezza
La giornata-tipo al camp prevede attività diverse sia la mattina che il pomeriggio, intervallate dal pranzo e da un’ora di riposo nelle varie “casette” in cui i ragazzi sono ospitati a gruppi. La cena è in tavola presto, alle 18.30, in modo che la serata si concluda entro le 22. «Una delle nostre priorità è la sicurezza», sottolinea ancora la Porcari, «quindi i ragazzi sono costantemente seguiti da personale qualificato e da volontari. La supervisione medica è garantita attraverso un’infermeria completamente attrezzata e dalla presenza costante, 24 ore su 24, di medici e infermieri specializzati in oncoematologia pediatrica. Tuttavia si tratta di una presenza discreta che non interferisce con l’esperienza di un normale campo estivo, sicuro e sereno».


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