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Uno storico derby alla Coppa d’Asia di calcio

Alla “2015 AFC Asian Cup”, nei quarti di finali, scendono in campo Iran e Iraq. Un match pieno di significati calcistici ed extracalcistici. Alta è la posta in palio, chi uscirà vittorioso dal match avrà accesso alla semifinale del torneo, in programma il 26 gennaio.

di Marco Marcocci

Al trofeo in corso a Canberra, parte favorita, almeno sulla carta, la “Tim Melli”, la compagine iraniana, che ha chiuso il proprio girone a punteggio pieno battendo nell’ordine Baharain (2-0), Qatar (1-0) e UAE (1-0). L’Iran, eliminato al primo turno nell’ultimo mondiale di calcio (Brasil 2014), si è aggiudicato il trofeo asiatico già tre volte e ha collezionato quattro terzi posti. La rosa comprende molti giocatori che militano in club fuori dall’Iran ed il commissario tecnico è il portoghese Carlos Queiroz che nella sua carriera ha allenato anche il Real Madrid.

Attenzione però ai “Leoni di Babilonia”, i nazionali iracheni, che già nel 2007 contro ogni pronostico si aggiudicarono la Coppa d’Asia battendo di misura, nella finale giocata a Giacarta, l’Arabia Saudita. Per ora l’Iraq ha perso contro il forte Giappone (1-0) ed ha battuto Giordania (1-0) e Palestina (2-0), qualificandosi così ai quarti come seconda classificata del proprio gruppo. Certo è che, da qualche anno a questa parte, i calciatori iracheni giocano relativamente più tranquilli rispetto a quando c'era Uday, il figlio maggiore di Saddam Hussein, ministro dello Sport.

Quello che andrà in scena al Canberra Stadium sarà un match importante per entrambe le quadre in campo, dove non saranno ammesse distrazioni. E forse, proprio per rimanere concentrati ai giocatori iraniani è stato vietato di posare per selfie con le tifose, pena l’esclusione dalla nazionale.

Le premesse per vedere una bella partita ci sono tutte, le uniche armi disponibili tra i ventidue in campo saranno i dribling e i passaggi ed il rettangolo verde sarà un campo da gioco dove la battaglia sarà solamente sportiva. Insomma, la guerra tra Iran e Iraq sarà solo un triste ricordo.

La tensione tra Iran e Iraq, due Paesi ricchissimi di petrolio, c’è sempre stata e probabilmente sempre ci sarà, anche se allo stato attuale la geo-politica dell’area, almeno dal lato iracheno, è particolarmente confusa ed esplosiva. Era il 20 agosto del 1988 quando entrò in vigore il cessate il fuoco che mise fine, dopo ben otto anni di cruenti scontri, alla guerra tra l’Iran dell’ayatollah Khomeini e l’Iraq di Saddam Hussein. Anche quella fu una guerra tanto sanguinosa quanto inutile (come del resto tutte le guerre), tra l’altro una delle più lunghe tra quelle combattute in Medio Oriente. Anche prima della guerra la storia tra i due Paesi aveva registrato, negli anni sessanta e settanta,  scaramucce legate più a questioni sui confini che a fattori religiosi. Tutti scontri fine a se stessi, più o meno risolti in poco tempo.

 

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