Non profit
Uno spot veramente contro i pregiudizi
Ha vinto meritatamente il premio "La maison en couleurs" nell'ambito della serata "Fai un gol al pregiudizio".
Un ragazzo paraplegico cerca inutilmente di arrivare ai citofoni di un condominio. Un gradino troppo alto rende la manovra impossibile. La sua carrozzina si rovescia. Un passante, colpito dal rumore, accorre in suo aiuto, e suona i campanelli indicati dal ragazzo. Prima uno, poi un altro, poi un terzo. Il giovane finge di sbagliarsi, dice di cercare il proprio medico. Ma quando tutti rispondono al citofono, chiedendo “Chi è?” e il passante premuroso domanda: “E adesso che si fa?”, il ragazzo in carrozzina dice: “E adesso… scappiamo!”. È uno scherzo nello stile di Amici miei. È diventato uno spot da sessanta secondi, che ha vinto meritatamente il premio ?La maison en couleurs?, indetto dal Centro studi cure domiciliari in collaborazione con la Fondazione per la lotta alla non autosufficienza. In una serata affollatissima al Teatro Studio, dal titolo Fai un goal al pregiudizio, condotta da una partecipe e a tratti commossa Paola Saluzzi, una giuria presieduta da Alberto Contri ha scelto uno spot divertente e sbarazzino per assegnare un premio inconsueto, che a una somma consistente (5mila euro) abbinava una sontuosa collezione di bottiglie di Brunello. Il fatto è che questo era uno dei pochi, fra i venti ?corti? finalisti, a rappresentare con allegra ironia i temi della disabilità. L?unico a non urlare la diversità, a non sottolineare il peso dell?handicap, del dolore, dell?emarginazione. Altre opere, sicuramente belle e intense, dimostravano ancora una volta quanto sia lungo il cammino da percorrere per giungere a un approccio ?normale? alla comunicazione sulla disabilità, specie quando a parlare sono le immagini. È un peccato. Mai come adesso, al termine di un 2003 che dovrebbe esaltare il ruolo della comunicazione, ci si rende conto che i professionisti della pubblicità non hanno ancora trovato una chiave di lettura convincente rispetto a un mondo che pure è ricco di spunti, di ironia, di forza, di valori positivi. Eppure l?impatto di una vera campagna di comunicazione sarebbe di gran lunga più efficace rispetto al turbine di convegni che rischia di seppellirci sotto una coltre di noia.
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