Welfare

Uno spin off per costruire il futuro dei ragazzi con autismo

Un'associazione di genitori di bambini con autismo, una cooperativa sociale si alleano con un'università e creano uno spin off per creare opportunità inclusive. Un'esperienza che segue la scia del percorso iniziato, già da qualche anno, grazie al progetto “iDO”, sostenuto da Fondazione CON IL SUD, che ha visto i genitori mettere a punto un percorso completo di presa in carico per i propri figli autistici, che vanno dai 3 ai 30 anni circa

di Emiliano Moccia

Durante il periodo delle festività natalizie, non era insolito incontrarli per le strade di Foggia a bordo di un risciò mentre pedalavano sul taxi sociale e consegnavano caramelle ai passanti. Così come è sempre possibile incontrare alcuni di loro al supermercato intenti ad imbustare la spesa di chi ha fatto acquisti o negli spazi della Biblioteca di Foggia “La Magna Capitana” per consegnare libri o, ancora meglio, per suggerire dei testi da leggere a chi contatta il servizio. Perché l’obiettivo dell’associazione iFun, composta da genitori di figli con autismo e disturbi psicosensoriali, è quello «di formare questi bambini per contribuire a sviluppare l’autonomia, le competenze utilizzabili nel mondo del lavoro da adulti, e migliorare il loro inserimento nella società». Lo sa bene Lucia Melchiorre che da mamma ha vissuto sulla propria pelle cosa vuol dire per un genitore trovarsi catapultato in un mondo che non conosce, che disorienta e i cui servizi, almeno in Capitanata, prima erano pressoché inesistenti.

Per questo, lo spin off “Io Faccio Futuro” srl impresa sociale è un sogno diventato realtà. Un sogno che punta ad «innovare i servizi e ad elevare il livello formativo dell’intera comunità che ruota intorno all’autismo, garantendo così un futuro migliore» aggiunge Melchiorre, vicepresidente del sodalizio. Lo spin off – che vede nella compagine sociale genitori e famiglie – è costituito da Università degli Studi di Foggia, iFun, e Ghenos cooperativa sociale e segue la scia del percorso iniziato già da qualche anno grazie al progetto “iDO”, sostenuto da Fondazione CON IL SUD, che ha visto i genitori mettere a punto un percorso completo di presa in carico per i propri figli autistici, che vanno dai 3 ai 30 anni circa. Dati, analisi, valutazione e didattica, infatti, vengono inseriti su una piattaforma on line da famiglie, insegnanti di sostegno, logopedisti, Asl «in modo da conoscere le varie fasi di crescita dei nostri bambini, attivando un monitoraggio continuo e la verifica degli obiettivi prefissati, garantendo la sostenibilità di un problema complesso come l’autismo, i disturbi psicosensoriali e, più in generale, i bisogni educativi speciali».


Lo spin off costituto con l’ateneo dauno, dunque, contribuirà a raggiungere uno degli obiettivi del progetto iDO: migliorare l’autonomia dei ragazzi coinvolti e favorire il loro inserimento nella società, anche attraverso l’acquisizione di competenze professionali da poter poi spendere nel mercato del lavoro. Per questo, con l’aiuto di esperti nei vari settori, seguono laboratori artistici, di manualità, di raccolta delle olive, di cucina, di fumetto, di pasticceria, di elettronica e così via. Fino ad essere coinvolti in primi percorsi lavorativi presso un grande supermercato cittadino. «Le azioni – prosegue Melchiorre – prevedono laboratori di innovazione sociale e tecnologica, con particolare riferimento alla domotica, all’informatica, alla tecnologia e all’economia circolare». Tra gli interventi che vengono messi in campo, anche la formazione rivolta alle famiglie, agli educatori, al personale scolastico e a tutti i professionisti della disabilità e dei bisogni educativi speciali, per estendere le competenze sul territorio e negli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

Il ruolo dell’Università, attraverso il coinvolgimento di alcuni docenti, è invece quello di rafforzare l’interazione tra presa in carico, ricerca e formazione, sviluppando iniziative a elevato contenuto innovativo e creando una serie di servizi a supporto di persone con autismo. «Lo statuto della nostra associazione mette al centro la persona ed il suo benessere psicofisico e sociale e vuole sostenere le circa settanta famiglie associate, oltre a quelle che ci contattano anche da fuori regione per avere consigli, per ricevere un aiuto concreto a tutti i loro dubbi, le loro domande, le loro preoccupazioni. Soprattutto, legate al loro futuro. Perché la verità – conclude la giovane mamma – è che i genitori si ritrovano soli ed impreparati ad affrontare una situazione del genere. Di conseguenza, diventa indispensabile mettere insieme tutte le conoscenze utili a migliorare il benessere dei ragazzi e delle loro famiglie, con l’idea di creare un percorso alternativo». E "Io faccio futuro" viaggia propria in questa direzione.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.