Sostenibilità

Uno sguardo su Cuba

di Filippo Romeo

I mutati e rinnovati equilibri internazionali, come è noto, hanno generato nuove e attraenti direttrici di sviluppo anche nella regione latinoamericana. I maggiori esempi che rappresentano tali dinamiche sono l’allargamento del Canale di Panama, il futuro Canal Interoceánico del Nicaragua e l’apertura al mercato internazionale di Cuba, con la creazione della Zona Economica Speciale di Mariel. Progetti che, senza dubbio, danno piena testimonianza del periodo fecondo che sta vivendo la regione, della sua visionaria proiezione futura e della crescita economica che dura da circa dieci anni.

In questo nuovo contesto, l'isola di Cuba, nonostante il periodo di breve crisi dovuta alla caduta del blocco sovietico con cui aveva intessuto prolifici rapporti e nonostante le sanzioni statunitensi protrattesi per oltre un cinquantennio che hanno condizionato l’ingresso dell'isola nel mercato mondiale, e che oggi si apprestano ad entrate in una nuova fase ormai giunta alla completa normalizzazione dei rapporti diplomatici, sta dagli inizi degli anni ’90 vivendo una fase di lenta e graduale crescita. Tale stato di crescita, di cui le stime attestano che lo scorso anno ha raggiunto il 4%, è stato in gran parte agevolato dalla nuova situazione internazionale che, rimescolando i rapporti di forza, ha permesso all'isola e alla regione di entrare in una nuova fase geopolitica e geo-economica e di stabilire fruttuosi legami con vari attori regionali ed extra.

Non vi è dubbio, infatti, che una grande spinta è stata ricevuta dai particolarmente floridi rapporti commerciali intessuti con i Paesi latinoamericani e caraibici, che interessano per oltre il 50% l'economia cubana. A tal proposito grande rilievo hanno avuto rapporti con il Venezuela dell'ex presidente Chávez che, oltre a segnare una particolare profondità strategica concretizzata con la creazione dell’ALBA – che si prefigura l'obiettivo di stabilire in America Latina una zona di libero scambio non soggetta all’influenza statunitense – hanno garantito a Cuba la disponibilità energetica in cambio di servizi sanitari. Il Venezuela rappresenta, infatti, per l'isola il primo partner commerciale sia a livello regionale che mondiale.

Non meno importanti sono i rapporti economici che Cuba ha instaurato con il continente Europeo e che interessano il 27% dell'economia dell'isola, con l’Italia che si colloca al secondo posto in Europa e all’ottavo posto a livello mondiale.

Di cruciale importanza anche quelli con l'area Asiatica, il cui interscambio si attesta al 15%, con la Cina, che si colloca al primo posto tra i partner asiatici e al secondo posto a livello mondiale. I rapporti con Pechino, infatti, hanno rappresentato un volano di sviluppo per l'economia del Paese, aprendo la strada alle riforme e permettendo la messa a punto di Joint Venture, promosse da Raul Castro con aziende cinesi, per lo sviluppo dei comparti tecnologici.

Interessanti sono anche i rapporti intrattenuti con la Russia per quanto riguarda gli apparati della difesa ma anche quelli del settore tecnologico. A tal proposito va segnalata l'assistenza offerta dalla Russia per l'ammodernamento delle ferrovie cubane.

Tra i settori che maggiormente si sono sviluppati nel contesto economico cubano vi è quello agroalimentare, farmacologico, informatico, turistico e il medico sanitario. Proprio lo sviluppo di tali ambiti rappresenta un segnale evidente indicativo della volontà e degli sforzi compiuti dal Paese nel solidificare la propria economia per evitare di dipendere, in modo eccessivo, da quelle estere. Il simbolo indiscusso di questo processo è, senz'altro, rappresentato dal sistema sanitario cubano che, per qualità ed efficienza, è paragonabile, ai sistemi dei paesi industrializzati.

Vi è da dire, inoltre, che il Governo cubano sta concentrando i propri sforzi sia sullo sviluppo energetico prodotto da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di produrne almeno un quinto entro il 2030 (diminuendo la quantità di combustibile fossile attualmente utilizzata per quasi il 95% dell’energia ottenuta), che per la realizzazione di nuove infrastrutture che, considerata l'ottima posizione geografica di cui gode l'isola, indubbiamente rappresentano un'allettante attrattiva per gli investitori esteri.

A tal proposito il progetto di sviluppo della Zona Economica Speciale di Mariel, inaugurata dal Governo cubano nel novembre 2013, e costata 900 milioni di dollari finanziati dal Banco Nacional del Desarrollo brasiliano per l'ampliamento del porto, risulta un tassello fondamentale per attirare capitali stranieri sulla base di un ampio portafoglio di progetti integrati, suddiviso in tappe e settori potenziali, al fine di creare delle vere e proprie catene produttive e affidare agli stranieri l'esecuzione e lo sviluppo di investimenti complessi, specialmente nel comparto industriale.

Il porto di Mariel, situato a circa 40 chilometri di distanza da L’Avana, ha un’estensione di più di 460 chilometri quadrati. La zona sarà divisa in diversi blocchi e verranno garantite concessioni sia a investitori nazionali che stranieri, mentre il terminal portuale sarà gestito da una compagnia PSA di Singapore.

Il porto riveste un’importanza cruciale nell’economia cubana poiché su di esso è stata concentrata tutta l’attività commerciale rivolta alla capitale che è stata collegata con l'autostrada e la ferrovia in fase di costruzione. Sempre in zona, sono stati concentrati i progetti di sviluppo del parco tecnologico, quelli destinati allo sviluppo dell’agricoltura e dell’attività petrolifera. Secondo gli obiettivi dell'Avana lo sviluppo della parte retrostante il porto di Mariel dovrebbe far aumentare e fluidificare il traffico marittimo sia con i paesi circostanti, che con quelli Asiatici ed Europei. Questi ultimi, infatti, potrebbero essere allettati da questo nuovo mercato anche per via dei particolari incentivi offerti dalla ZES che prevede, tra le tante agevolazioni, anche l'esenzione delle tasse sulla manodopera per i primi dieci anni.

L'incremento del traffico marittimo su Mariel sarebbe, inoltre, incentivato dalla sua posizione strategica che lo pone sulla scia della nuova direttrice di sviluppo, nonché dalla sua stretta vicinanza ai porti di Stati Uniti, Messico e degli altri Paesi della regione centro americana. Ma anche dalla vicinanza al canale di Panama, che con l'ampliamento dovrebbe accrescere il suo potenziale, e al canale di Nicaragua di prossima realizzazione.

Attraverso il compimento di quest'opera, il Governo cubano ha, dunque, dimostrato la volontà di dare stabilità e rendere attiva la propria realtà economica. Le nuove situazioni createsi che, unitamente al miglioramento dei rapporti con gli USA che con la riapertura delle rispettive ambasciate a Washington e all'Avana ha sancito la fine di mezzo secolo di tensioni, potrebbero quindi rappresentare per Cuba delle grandi opportunità di sviluppo, nonché un'occasione per affermarsi in modo competitivo nel mercato internazionale.

L’isola, tuttavia, sempre per via della sua delicatissima posizione geografica di alto valore strategico, deve prestare attenzione a non finire fagocitata dai grandi attori, sia regionali che globali, che insistono in quell'area e che potrebbero pensare a lei come laboratorio politico per l'affermazione o l'espansione dei propri interessi.

Filippo Romeo

romeo.filippo83@gmail.com

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