Welfare

Università: Elkann, migliorare rapporto atenei-imprese

Così ha detto il vicepresidente della Fiat e della Fondazione Giovanni Agnelli, John Elkann, aprendo stamane il convegno 'La scelta universitaria. Tra progetti di vita e sviluppo economico'

di Carmen Morrone

”L’Italia e’ il paese dell’Unione europea con il minor tasso di coerenza tra studi effettuati e lavoro svolto dai laureati. Occorre un miglior collegamento tra universita’ e mondo del lavoro”, ha sottolineato John Elkann, che ha aperto questa mattina i lavori del convegno ‘La scelta universitaria. Tra progetti di vita e sviluppo economico’ organizzato dalla Fondazione nell’ambito del programma ‘Persone, generazioni’, sviluppo’. ”Ricerche condotte in area Ocse -ha ricordato Elkann- rivelano come, e non soltanto in Italia, la decisione sulla facolta’ da intraprendere sia presa non di rado dagli studenti alla luce di informazioni scarse, imprecise, schiacciate sul presente. Impressioni, spesso elaborate in ambienti ‘non esperti’ e in tempi compressi, finiscono per orientare le scelte e i giudizi sulla qualita’ dei corsi e sulla spendibilita’ dei titoli e delle competenze acquisite rischiano di restare in secondo piano”. Una conferma arriva dai dati del Miur sulle mancate reiscrizioni tra il primo e secondo anno che, seppure in diminuzione, si collocano intorno al 20% degli immatricolati nell’anno precedente. Secondo quanto emerge dai dati diffusi nel corso del convegno un quinto dei giovani, circa 70 mila persone, abbandona il corso scelto nei primi 12 mesi e se potessero tornare indietro solo 67 laureati su 100 si reimmatricolerebbero allo stesso corso nello stesso ateneo. La soddisfazione del percorso intrapreso risulta piu’ frequente tra i laureti del nuovo ordinamento. Il 69% di loro ripeterebbero la scelta contro il 63% di chi conseguito la laurea con il vecchio ordinamento. Un altro tema su cui il vicepresidente della Fiat e della Fondazione ha voluto soffermarsi e’ ”la preoccupante debolezza delle immatricolazioni nelle facolta’ propriamente scientifiche. Su 100 mila occupati nella classe di eta’ tra 25 e 34 anni -ha ricordato- in Italia i laureati scientifici sono un po’ piu’ di 900 mentre in Francia, ad esempio, superano i 2.700”. E’ sempre l’Ocse a segnalare come i laureati in scienze nell’intera area siano pari all’1,5%, mentre il nostro paese si pone allo 0,9%. Un dato che pero’ sembra in ripresa dopo anni di declino. ”In effetti -conferma Elkann- dall’analisi dei dati piu’ recenti sembra emergere qualche segnale di miglioramento: accanto all’aumento delle matricole di architettura, si nota un aumento degli aspiranti biologi, chimici e matematici. Certo siamo lontani dalla media Ocse, ma la tendenza degli ultimi anni e’ incoraggiante e merita forse di essere assecondata con investimenti adeguati perche’ la nostra debolezza nel settore scientifico, alla lunga, non comporta solo il rischio d non aver sufficienti professionalita’ in campi cruciali, ma di veder declinare il modo di pensare scientifico nella societa”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA