Le Università possono svolgere un ruolo determinante in favore del territorio che le ospita. Non sto parlando di posti di lavoro o di appartamenti da affittare. E nemmeno di scambi con le aziende o di consulenze per gli enti locali e la Pubblica Amministrazione. Sto parlando della difesa del territorio dalle aggressioni che possono impoverirne il capitale fisico e umano. Aggressioni all’ambiente o aggressioni al tessuto sociale e al sistema dei valori. Ci sono certe sfide che trascendono la capacità di risposta dei tradizionali presidi territoriali. Il maestro, il parroco, l’insegnante di letteratura del locale istituto superiore non possono da soli contrastare l’aggressività culturale dei nuovi modelli di consumo.
Se prendiamo il caso del gioco d’azzardo, dietro c’è un’industria che impiega esperti di psicodinamica, neurobiologia, matematica, interior design, … Per questo è necessario che le Università scendano in campo. E per questo è opportuno che i rappresentanti degli enti locali valorizzino questa risorsa e non si blocchino per timidezza o peggio ancora per mancanza di consuetudine.
Con il dipartimento di statistica dell’Università Bicocca abbiamo iniziato quasi due anni fa un percorso di alfabetizzazione probabilistica. Non pensate a grandi progetti finanziati dal MIUR o dal CNR. No, siamo andati in giro con la nostra auto per alcune scuole del Nord Italia su invito di persone di buona volontà. E questa scintilla ha acceso un fuoco, perchè la scorsa settimana la Biblioteca dell’Università Bicocca presso la sede di Cinisello Balsamo (una cittadina a Nord di Milano) ha deciso autonomamente di inaugurare gli “aperitivi di Villa Forno”, una serie di incontri culturali e civili tra Università e territorio. La serata inaugurale è stata dedicata al gioco d’azzardo, proprio perché i docenti-cittadini dell’università hanno osservato la devastazione provocata dalle slot machine anche a Cinisello Balsamo. Ed hanno pensato che il mettere a disposizione della cittadinanza le competenze dei loro matematici sarebbe stata una forma di “restituzione” al territorio di quanto hanno ricevuto in tutti questi anni di ospitalità. Inutile dire che la sala era strapiena di cittadini … e non solo per l’ottimo aperitivo!
Tra l’altro la “biblioteca” si sta rivelando il luogo di incontro ideale tra università e cittadini. Il mese prossimo parlerò del mio lavoro “Geografia economica del gioco d’azzardo” (vedi qui) nell’ambito degli incontri che la biblioteca dell’Università “Cattaneo” di Castellanza, un altro territorio devastato dalle slot, organizza il sabato mattina, aperti alla cittadinanza.
Un esempio quindi per tante altre università, soprattutto per quelle lombarde che hanno una lunga tradizione di interazione con le comunità locali e che spesso sono nate proprio per rispondere alle loro esigenze.
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