Formazione

Università: 40mila contro il movimento del no

Universitas-University ha organizzato un incontro tra docenti e studenti per avere un giudizio sulla realtà universitaria attuale

di Redazione

Galli della Loggia propone una “marcia dei 40mila”, cioè di tutte le persone inascoltate presenti in università, contro il conservatorismo di Rettori, Presidi di facoltà, Senati accademici e Consigli di amministrazione che regna da più di 40 anni. Così è intervenuto l’editorialista del Corriere della Sera al convegno organizzato da Universitas-University dal titolo “Dove vogliamo che vada l’Università. Qualcuno ci prova” che si è svolto venerdì 12 novembre nella sala congressi dell’ISU di Milano. Hanno partecipato oltre a Ernesto Galli della Loggia (Università degli studi di Perugia ed editorialista del Corriere della Sera), Aldo Schiavone (Università degli studi di Firenze), Giancarlo Cesana (Università degli studi di Milano Bicocca), ha moderato Daniele Bassi (Università degli studi di Milano e presidente di Universitas-University). Erano presenti circa 250 persone tra studenti di Milano e ordinari, associati e ricercatori delle Università di tutta Italia. E proprio questo è stato uno degli aspetti più importanti, sottolineato da tutti i relatori. La presenza contemporanea di studenti e docenti per capire insieme come affrontare i disagi recenti dell’Univesità (Disegno di legge Moratti sul riordino dello stato giuridico dei professori universitari, introduzione della riforma Moratti “modello Y”, etc.). Oltre al motto di Galli della Loggia “Marcia dei 40 mila” diverse sono state le soluzioni proposte. Il professor Schiavone è del suo stesso parere; si permette anche di suggerire, attraverso un’analisi storica che parte dalla nascita dell’Università e arriva ad oggi, che per lavorare bene per il miglioramento dell’Università e quindi di tutta la società italiana è necessario partire dal far meglio, tutti quanti, il nostro lavoro, e cioè studiare di più e in modo più approfondito. Infine Cesana, che per risolvere gli attuali problemi parte da un’attenta osservazione della realtà. Propone l’Università a numero chiuso, non perchè l’istruzione è solo per alcuni o perchè il mercato del lavoro in certe categorie è saturo da tempo, ma chiuso in base alle possibilità che l’Università ha di poter crescere professionalmente i suoi studenti; quindi in base al numero dei professori, dei laboratori, degli spazi per lo studio e per l’insegnamento; poi un piccolo aumento delle tasse soprattutto in base al tipo di facoltà, perchè gli studi scientifici hanno un altissimo costo rispetto a quelli umanistici. Molti sono stati gli interventi del pubblico a sottolineare l’interesse e l’importanza di lavorare insieme per riuscire a vivere l’Università in modo più interessante e vero da parte di tutti.


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