Volontariato

Un’Italia paladina della messa al bando delle mine in Europa

Lo auspica la Campagna italiana Contro le Mine in un documento inviato al governo

di Benedetta Verrini

Un’Europa “paladina” della messa al bando delle mine: è la proposta della Campagna italiana Contro le Mine (www.campagnamine.org) per il semestre di presidenza italiana all’Unione Europea. In un documento intitolato “Per un mondo veramente libero dalle mine” (e inviato a Presidente del Consiglio, Min. Esteri e Difesa, Presidenti di Camera e Senato, Presidenti Comm. Esteri e Difesa di Camera e Senato, Presidente della Repubblicala), la Campagna ricorda come l’Italia sia stata un esempio vincente della lotta al flagello delle mine. In poco più di dieci anni, infatti, quello che era uno dei principali produttori ed esportatori di mine anti-persona, ha saputo posizionarsi saldamente in prima linea nella battaglia globale contro questi ordigni. La situazione mondiale, però, è ancora drammatica: si stima che il numero di persone uccise o ferite ogni anno in incidenti con le mine terrestri oscilli tra le 15.000 e le 20.000. In maggioranza si tratta di civili, un?alta percentuale dei quali bambini. Coloro che sopravvivono a questi incidenti sono condannati a una vita di menomazione, di povertà e di emarginazione sociale, nonché a processi di riabilitazione dolorosi e costosi. “L?Iraq è uno dei 47 Paesi che tuttora si rifiutano di aderire al Trattato di Ottawa (tra gli altri ricordiamo la Cina, l?India, l?Iran, Israele, il Pakistan, la Russia e gli Stati Uniti) e dei circa 90 in cui si è identificata la presenza di mine” spiega il documento. Cosa si può fare a livello europeo, dunque? – promuovere l?adesione di tutti i Paesi membri dell?UE al Trattato di Ottawa, entro la sua Conferenza di revisione, che avrà luogo a Nairobi dal 29 novembre al 3 dicembre 2004 (malgrado l?ampio consenso di fatto esistente in merito al rispetto dello spirito del Trattato di Ottawa, non si è purtroppo ancora raggiunta l?unanimità tra i Paesi membri dal punto di vista formale. Infatti, la Finlandia ancora non ha firmato il Trattato, e con l?ampliamento approvato quest?anno entreranno nell?Unione altri due Paesi non firmatari, Estonia e Lettonia, e la Polonia, che ancora non lo ha ratificato) – garantire una supervisione del processo di approvazione del bilancio europeo, al fine di garantire che i fondi destinati dalle istituzioni europee all?azione umanitaria contro le mine in base alla linea di bilancio B7661 siano distribuiti equamente sugli otto anni per cui sono stati stanziati, e siano rilasciati in tranches annue di non meno di 17,5 milioni di euro Ancora,per quanto riguarda la distruzione degli arsenali, la Campagna auspica che gli Stati-parte vengano incoraggiati ad elaborare dei piani per l?eliminazione degli stock, a dare inizio ai relativi processi e ad attenersi alle scadenze stabilite. L?offerta di assistenza tecnica in materia di distruzione degli arsenali fatta dalla delegazione italiana il 15 maggio 2003 a Ginevra, durante i lavori del Comitato Permanente della Convenzione di Ottawa sulla distruzione degli stock, viene valutata molto positivamente ed è da auspicare che porti ad un?accresciuta cooperazione in quest?area. Infine, è importante che, sotto la guida della presidenza italiana, l?UE intraprenda delle iniziative al fine di garantire adeguata assistenza alle vittime delle mine, nel quadro di piani nazionali provvisti dei necessari finanziamenti, che abbiano carattere partecipativo, siano ben coordinati, e che prevedano il pieno coinvolgimento di coloro che sono sopravvissuti allo scoppio di mine.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA