Welfare

Unione ciechi:«E’ emergenza lavoro»

Oggi l'incontro organizzato dall'Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per denunciare l’emergenza lavorativa dei ciechi e fare un appello al Ministro del Lavoro Elsa Fornero

di Redazione

«Voglio aprire questa conferenza portando la solidarietà di tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani ai lavoratori dell’Alcoa, dell’Iva, del Sulcis, della Fiat e ai lavoratori di tutte le aziende in crisi. Il lavoro è un bene prezioso per l’intera umanità, ma per i ciechi e gli ipovedenti è prezioso due volte perché rappresenta la strada maestra per l’integrazione sociale», così esordisce  Tommaso Daniele, presidente nazionale dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti,  all'incotro di oggi organizzato per denunciare l’emergenza lavorativa dei ciechi e per fare un appello al Ministro del Lavoro Elsa Fornero: approvate in tempi rapidi tutte quelle norme che, a costo zero, aprirebbero le porte del lavoro ai disabili visivi. In allegato il testo integrale della lettera.

«L’emergenza sta ora diventando una tragedia. I giovani non vedenti rischiano davvero di non entrare nel mondo del lavoro e chi è dentro fa fatica a rimanerci. L’Unione non si è fatta trovare impreparata ma ha cercato di anticipare le sfide; si è però scontrata con la pigrizia dei Governi, che talvolta ha impedito di risolvere i problemi evidenziati».

Paolo Colombo, componente della Direzione Nazionale dell’Unione e responsabile del settore Lavoro ha illustrato le richieste principali dei disabili visivi: innanzitutto “la figura dell’operatore telefonico, ignorata dalla riforma degli istituti tecnici del ministro Gelmini, che è stata equiparata con Decreto del ministero del Lavoro, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, all’operatore amministrativo segretariale e conserva il diritto al collocamento obbligatorio previsto dalla Legge 113/1985; si chiede poi di sostituire le parole “terapista della riabilitazione” con “fisioterapista” per continuare a poter godere del beneficio del collocamento obbligatorio (Legge 29/1994 e A.S. 1573) e di mettere finalmente in moto la formazione a livello delle Regioni, per poter sbloccare le nuove figure professionali deliberate dal decreto Salvi del 10 gennaio 2000 e ad oggi ancora inutilizzate; si chiede inoltre un intervento normativo per rivedere il calcolo previdenziale dell’anzianità figurativa a carico dei disabili gravi e gravissimi, così come già fatto a favore dei famigliari delle vittime di terrorismo. Luciano Romito, Professore Associato di Fonetica e Fonologia, Fonetica Sperimentale e Linguistica Generale all'Università della Calabria, ha illustrato la figura del professionale del “perito fonico” in ambito forense, una figura formata specificamente per migliorare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche.

L'incontro moderato dal giornalista Rai e conduttore di “Radio Anch’io” Ruggero Po, ha visto la partecipazione del Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, personalmente impegnato nella presentazione di un Disegno di Legge relativo alla modifica della legge 11 gennaio 1994 n. 29 ma non ancora approvata. Il Senatore si è impegnato a riproporlo appena possibile come emendamento al Decreto Balduzzi.

Erano anche presenti l’On. Augusto Battaglia, Giovanni Scacciavillani (UGL) e Nina Daita (CGIL), che ha ricordato come l’occupazione dei disabili sia diminuita del 40% su scala nazionale: “a richieste straordinarie si deve rispondere con finanziamenti straordinari, non si può scaricare ancora una volta il carico sulle famiglie. Uno Stato può essere considerato giusto solo quando tutela le categorie più deboli”.

Una delegazione dell’Unione sarà ricevuta dal Sottosegretario Michel Martone venerdì 21 settembre, mentre si stanno organizzando dei sit-in davanti alle Prefetture d’Italia per il 27 settembre.

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