Economia
Unione Bancaria, bail in e codice etico al centro dell’assemblea Abi
«Dopo l'entrata in vigore della Vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie è inammissibile che qualcuno metta il veto sulla realizzazione del 'terzo pilastro' dell'Unione bancaria, l'assicurazione europea dei depositi», ha sottolineato il presidente Abi Antonio Patuelli
«L’Unione Europea e l’Euro non si sono disgregati negli anni della gravissima crisi e ora sono messi in discussione dalle emergenze e dall’incapacità di affrontarle tempestivamente con un’unica strategia europea. La costruzione dei muri non ha mai risolto i problemi, come dimostrano emblematicamente gli esempi della Maginot e di Berlino», ha detto il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, nella Relazione per l'Assemblea Annuale, stamane a Roma.
«Non solo, se la svolta europea non inizierà presto, i nazionalismi cresceranno e l’Unione Europea che è nata e cresciuta in una visione internazionalista di pace, libertà dei commerci e armonia tra nazioni si dissolverà progressivamente e drammaticamente».
Il presidente tocca anche la questione dell’Unione Bancaria. “Dopo l'entrata in vigore della Vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie è inammissibile che qualcuno metta il veto sulla realizzazione del 'terzo pilastro' dell'Unione bancaria, l'assicurazione europea dei depositi"
Sulla crisi del sistema bancario, Patuelli ricorda che le banche in Italia, prima dell’Unione bancaria e della Vigilanza unica, hanno affrontato le crisi con la regia della Banca d’Italia e con le risorse esclusivamente private del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. «Le Banche in Italia non hanno avuto negli scorsi anni i cospicui “aiuti di Stato”, frequenti altrove, e nell’autunno scorso hanno sopportato i costi morali ed economici di cavillose interpretazioni burocratiche della Commissione europea che hanno impedito i meno onerosi e meno iniqui interventi già decisi dal Fondo interbancario».
Secondo Patuelli occorre rivedere al più presto il bail in, «la risoluzione delle banche coinvolgendo azionisti e obbligazionisti nelle perdite, "innanzitutto per ciò che contrasta con la Costituzione italiana». Dopo l’azzeramento dei risparmi di azionisti e obbligazionisti delle quattro banche salvate con il decreto del 22 novembre (Popolare Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema bancario è crollata. «Ed è per questo che stiamo lavorando anche per un 'codice etico' condiviso con le rappresentanze sindacali nazionali, sulle vendite dei prodotti finanziari, perché vengano sempre osservate le migliori regole».
Restituire credibilità al sistema bancario è una priorità anche per il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. «A fronte del rischio che, in un contesto di elevata incertezza determinata sui mercati dall’esito del referendum nel Regno Unito, sia intaccata la fiducia nei confronti del sistema bancario, un intervento pubblico non può essere escluso. Il Governo italiano ha notificato alla Commissione europea, che l’ha approvata, la sua intenzione di concedere, entro quest’anno e solo nel caso in cui ve ne sia la necessità, la garanzia dello Stato a passività bancarie di nuova emissione».
Infine, mentre il Monte dei Pachi di Siena è al centro dell’ennesimo confronto tra Roma e Bruxelles per ricapitalizzare la banca più antica d’Italia appesantita da 24 miliardi di crediti deteriorati e scongiurare così un nuovo bail in, Visco sottolinea che il problema delle sofferenze delle banche italiane è un serio, «ma può essere gestito».
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