Politica
Un’idea chiara:no all’Euro Fightersì a 100 asili
Fuori le Idee Bonelli, Sinistra l'Arcobaleno
di Redazione
«Avremo ciò che riusciremo a difendere»: è una delle frasi che piace di più ad Angelo Bonelli (romano, classe 1962, single), candidato nel collegio della Camera Lazio 1 per la Sinistra l’Arcobaleno giusto dietro il candidato premier Fausto Bertinotti. L’aspetto di Bonelli è mite e low profile (anche nel look), ma il suo approccio alla politica è serio, deciso. Bonelli crede molto nel nuovo progetto politico cui lavora da tempo in modo serrato, la Sinistra l’Arcobaleno, e ne difende tutte le scelte, con convinzione e passione. Le stesse che lo hanno visto muovere i primi passi, in politica, nel Centro Giano – che aveva un grande amico nel fondatore della Caritas romana don Luigi Di Liegro – e nella difesa della Valle di Malafede. «Vengo da una realtà periferica e degradata dell’agro romano, e non me lo dimentico mai», dice. «I giovani morivano di eroina e di disperazione». Oggi Bonelli, che rimpiange solo di «non poter suonare più con costanza il flauto traverso, passione di gioventù», è impegnato in politica quanto nella cooperazione internazionale con l’ardore di sempre. «La cosa che mi ha dato più soddisfazione è un progetto che seguo da 12 anni, quello in difesa della foresta amazzonica. Recentemente, siamo riusciti a far partire il progetto di una barca-ospedale sul fiume Tapajos, affluente del Rio delle Amazzoni, per aiutare dal punto di vista igienico-sanitario le popolazioni indigene che vivono sul fiume».
Ne parleremmo volentieri, ma ci tocca parlare di elezioni. Politica e programmi della sinistra in testa.
Vita: Il Pd non ha brillato, in quanto a candidature del mondo dell’associazionismo, anzi. Anche nella Sinistra l’Arcobaleno, però, sembra di vedere più uomini e donne figli di scelte di vertice, che altro?
Angelo Bonelli: La Sinistra l’Arcobaleno sta muovendo i suoi primi passi. La caduta del governo e lo scioglimento anticipato delle Camere hanno interrotto un processo che era iniziato con gli Stati generali dell’8 e 9 dicembre. Un vero e profondo confronto programmatico da allora in poi è mancato. Lo riprenderemo subito dopo le elezioni. Quanto alle candidature, alcune ce ne sono ma da questo punto di vista il problema c’è, lo riconosco. Le liste bloccate, decise solo dalle segreterie dei partiti, sono una vergogna, questa è la verità. Reintroducendo le preferenze, come noi chiedevamo, avremmo ristabilito un rapporto più forte e diretto con i cittadini e con le associazioni.
Vita: Cosa portano i Verdi, in termini di sensibilità e non solo di programmi, a questo nuovo progetto?
Bonelli: Un modo di guardare più rivolto al futuro che al passato, e un futuro da vivere come fosse già presente. La sinistra deve essere laica e adulta, ma soprattutto innovativa, se vuole comunicare con i giovani. E poi una sensibilità e una conoscenza delle grandi questioni ambientali del pianeta, a partire dai cambiamenti climatici. Perché la coscienza ecologista e la lotta per i diritti civili e sociali non possono che andare di pari passo. Difendere gli Innuit dallo sterminio e gli anziani dal gran caldo per me sono due facce della stessa battaglia.
Vita: Veltroni però contrappone alla vostra visione “radicale” dell’ecologia, l’ambientalismo del fare?
Bonelli: L’ambientalismo del fare o piuttosto, l’ambientalismo dell’affare? Se andiamo a vedere le proposte del programma del Pd in dettaglio, poi, scopriamo che la riduzione delle procedure Via (Valutazione impatto ambientale) passano da 6 a 3 mesi. Vuol dire ridurre molte possibilità alle politiche di partecipazione e controllo sulle norme ambientali. Poi ripropongono le centrali a carbone quando invece vanno ridotte le emissioni di CO2 e, sui rifiuti, i termovalorizzatori, quando la ricerca scientifica li giudica obsoleti e propone gli impianti a freddo, come facciamo noi, che non emettono sostanze nocive. Mi sembra che i veri realisti siamo noi, dunque.
Vita: Anche in tema di sicurezza? Siete gli unici a stonare…
Bonelli: I due maggiori partiti in competizione temono di perdere voti, parlandone, specie il Pd di Veltroni. Per noi una società migliore dal punto di vista dell’equità sociale non è solo una società più giusta, è anche una società più sicura. Ma la paura sociale e lo scarso senso di responsabilità dimostrati da Veltroni dopo l’orrendo omicidio della signora Reggiani hanno portato il governo a varare misure eccezionali e poco razionali (il decreto sicurezza, ndr), norme condannate dall’Unione europea. Anche per quanto riguarda le droghe si fa tanta demagogia: la loro diffusione tra i giovani è impressionante, ma bisogna intervenire con la logica della prevenzione, non con quella della punizione. Come per l’immigrazione, le politiche repressive sono inutili.
Vita: Un altro tema presente nel programma della Sinistra l’Arcobaleno, e che invece pare espunto dagli altri, è quello della pace e del disarmo.
Bonelli: Sì, per noi è un punto fondamentale, a partire da regole più certe e severe nel commercio delle armi, rilanciando la legge 185. Il legame con la richiesta di riduzione delle spese militari è evidente. Inoltre, l’Italia è al 32° posto per la ricerca scientifica e al 7° posto nella classifica mondiale delle spese in armamenti e coi soldi spesi per comprare un solo caccia Euro Fighter si potrebbero costruire 100 asili. Ridurre le spese militari vuol dire poter liberare risorse per investire in ricerca, scuola, politiche sociali.
Vita: Per quanto riguarda il 5 per mille, lei è stato tra i parlamentari che si è impegnato a difenderlo, anche se buona parte della sinistra era scettica…
Bonelli: Sì, è stata una battaglia difficile ma importante, quella per il 5 per mille. Si tratta di una norma di grande civiltà e che ha ottenuto un enorme successo tra i cittadini. Ora deve diventare una norma strutturale, come l’8 per mille. Il 5 per mille aiuta e sostiene cooperazione, non profit, associazioni e volontariato, ma vanno eliminati filtri onerosi e inutili.
Vita: Nella contrapposizione laici-cattolici sul tema dei diritti, non vedi rischi di anticlericalismo a sinistra?
Bonelli: L’anticlericalismo non ci riguarda, non attiene alla nostra cultura politica. Il punto è che la politica, lo Stato, il Parlamento hanno il diritto-dovere di esprimere e far valore e proprie prerogative e devono garantire i diritti di tutti. Riaffermare il valore della laicità dello Stato è un elemento di libertà per tutti, senza sciocche contrapposizioni. Zapatero, che oggi vince in Spagna, ha avuto il coraggio di farlo, troppi da noi – anche a sinistra, specie nel Pd – no. Nelle battaglie sociali e ambientali tanta parte della Chiesa, ufficiale e di base, sta con noi, e nessuno vuole negarne interessi e diritti legittimi.
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