Economia

UniCredit premia il dipendente più solidale dell’anno

Michele Betetto è stato premiato ome coordinatore del gruppo di donazione che, con 84 sostenitori, ha raccolto più offerte in Italia

di Redazione

In occasione del decennale del Gift Matching Program di UniCredit Foundation, Michele Betetto è stato premiato – insieme ai colleghi di altri 18 Paesi europei – come coordinatore del gruppo di donazione che, con 84 sostenitori, ha raccolto più offerte in Italia.

Qual è stato il progetto sostenuto attraverso il GMP?
Il gruppo di donazione da me coordinato ha sostenuto “Il castello dei sorrisi onlus”, un’associazione che si occupa di assistere e curare in Italia bambini di altri Paesi affetti da gravi patologie, organizzando e finanziando il viaggio e le cure ospedaliere e supportando i piccoli malati anche una volta tornati in patria (nella foto Betetto con una bambina ospitata e curata dall’associazione, ndr).

Da quali Paesi provengono i bambini e quali sono i numeri dell’associazione?
L’associazione può contare sull’apporto di quindici soci e altrettanti volontari, che dal 2009 ad oggi hanno reso possibili le cure per più di quaranta bambini provenienti soprattutto da diversi Paesi dell’Est europeo. L’associazione, infatti, è nata dall’iniziativa di alcune famiglie che avevano ospitato i “bambini di Chernobyl” e oggi è particolarmente attiva in Kosovo.

È stato difficile coinvolgere i colleghi nella scelta del progetto?
Senza dubbio una sensibilità di partenza sul tema c’è, spesso accompagnata però da una sorta di timore nell’affrontare progetti così delicati. Rispetto all’anno scorso, l’approccio scelto per stimolare l’adesione dei colleghi al gruppo di donazione si è focalizzato innanzitutto sul coinvolgimento diretto, anche emotivo. C’è stata una particolare attenzione a far vivere in prima persona il percorso di cura dei bambini e, successivamente, a dar conto dei risultati ottenuti grazie alla donazione.

C’è stato quindi un cambiamento nella sensibilità dei donatori verso il mondo del non profit?
Molti dei colleghi che hanno aderito al gruppo di donazione non si erano mai impegnati in esperienze di volontariato; eppure, una volta seguito in prima persona il percorso di guarigione di un bambino e visto con i propri occhi il miglioramento della sua salute – che spesso significa una effettiva rinascita, data la criticità dei casi – sono a loro volta diventati volontari o promotori dell’associazione.

84 donatori non sono certo pochi, ma con quali strumenti si potrebbe aumentarne il numero?
Il passaparola è un mezzo che certamente funziona. Il gruppo di donazione ha anche fatto ricorso agli strumenti aziendali come il portale e la mail, attraverso i quali il GMP può aumentare la sua notorietà.

 

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