Diritto all'istruzione

5,5 milioni di euro per formare i giovani docenti

Li metterà a disposizione nei prossimi tre anni Unicredit foundation a favore della rete di Teach for all. Oltre all’Italia, dove verranno supportati 120 insegnanti all'anno che scelgono di lavorare in zone ad alta povertà educativa, il progetto sarà attivo in Germania, Austria, Bulgaria, Romania e Slovacchia

di Nicola Varcasia

Una partnership per migliorare la qualità dell’istruzione in Italia, Germania, Austria, Bulgaria, Romania e Slovacchia. E aiutare così gli studenti di migliaia di scuole europee dove la povertà educativa si traduce in mancanza di pari opportunità. È quella annunciata da Unicredit foundation assieme al network per l’istruzione Teach for all. L’accordo, che ha una durata triennale e prevede un impegno di 5,5 milioni di euro si concentrerà su sei Paesi in cui la banca opera, incrementando il sostegno per la formazione di docenti che lavorano nelle scuole dai contesti più svantaggiati. Questo impegno rafforza la collaborazione già in atto dal 2022 tra le due organizzazioni, che ha consentito di formare con successo 592 diversi insegnanti all’interno della rete Teach For All in Europa, migliorando le esperienze educative di oltre 40.600 studenti.

Ragazzi inattivi

Quanto all’Italia, il dato preoccupante a cui il progetto vuole costituire un argine è quello del World economic forum del 2021 che attesta al 6% la quota dei bambini i cui genitori non hanno terminato le scuole superiori che riesce ad ottenere la laurea. Senza dimenticare il riscontro dei dati Invalsi 2023, in base ai quali è emerso che la quota di giovani che non finisce le scuole superiori in Italia è tra le più alte in Europa (12,5%). Nelle regioni del sud la media si alza al 17%, con un picco del 21,1% in Sicilia. Degli studenti che hanno affrontato la maturità nel 2023, 34.850 sono usciti dal nostro sistema formativo senza aver raggiunto il livello minimo di competenze in italiano, matematica e inglese. I tassi più elevati sono in Campania e Sardegna, sopra il 15%, seguiti da Sicilia, Calabria e Basilicata. A questi dati si aggiungono 3 milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano (Not engaged in education, employment or trainingNeet), ovvero il 23% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. La quota è dieci punti percentuali superiore a quella europea (13,1%). La media si alza nel sud e nelle Isole, con percentuali di neet che toccano punte del 40% in alcune regioni.

Alto potenziale

Andrea Orcel, presidente di Unicredit foundation, ha dichiarato: «Sono lieto di annunciare la partnership di Unicredit foundation con Teach for all. L’Europa ha il potenziale per diventare un grande blocco economico, in grado di guidare il progresso economico globale, promuovendo un futuro di prosperità condivisa. È per questo che la nostra Banca e la Fondazione si sono date come missione comune quella di sviluppare questo potenziale».

83mila studenti

La collaborazione dell’anno scorso con Teach for all ha consentito, in Italia, di raggiungere ben 3.700 studenti e ora, con la nuova partnership, la Fondazione supporterà Teach for Italy per raggiungerne 7.200 entro il 2026. L’investimento di 5,5 milioni di euro aiuterà infatti i processi di formazione per gli insegnanti e di costruire ambienti scolastici più inclusivi. La Fondazione e i partner della rete Teach For All formeranno pertanto oltre 1.400 insegnanti che forniranno istruzione a oltre 83mila studenti entro il 2026.

Andrea Pastorelli, direttore Generale di Teach for Italy, ha dichiarato: «Questa partnership permetterà a Teach for Italy di moltiplicare il suo impatto sul sistema educativo italiano. Grazie al supporto di Unicredit foundation, infatti, riusciremo ad essere presenti in un minimo di 100 scuole in contesti di povertà educativa in tutta Italia entro il 2025-26, tramite la selezione, formazione e l’accompagnamento di un minimo di 120 docenti fellows all’anno. Giovani talenti, altamente formati, che nel breve periodo lavoreranno per trasformare i risultati didattici e le opportunità degli studenti più bisognosi del nostro paese, mentre nel lungo periodo diventeranno agenti del cambiamento all’interno del sistema scolastico italiano».

La foto in apertura è di Redd F su Unsplash.

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