Famiglia
Unicef: violenze invisibili sui bambini in Europa e Asia Centrale
I dati della Conferenza regionale per la ricerca ONU sulla violenza contro i bambini, in corso a Lubiana
E’ in corso a Lubiana, in Slovenia, la conferenza ?Ferma la violenza sui bambini – INTERVIENI ORA?, ospitata dal Governo sloveno e organizzata in stretta collaborazione con il Consiglio d’Europa, l’UNICEF, l’OMS, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani e il Gruppo consultivo delle Ong sullo Studio dell’ONU sulla violenza contro i bambini.
L’incontro, spiega l’Unicef, costituisce una delle 9 riunioni che, su scala mondiale, contribuiranno a una vasta ricerca del Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan sulla violenza contro i bambini, la cui versione finale è prevista per il 2006. Lo studio è diretto dal Professor Paulo Sérgio Pinheiro, che interverrà a Lubiana.
Delegazioni provenienti da tutta la regione affronteranno alcune drammatiche verità, in senso letterale e figurato: la casa non è sempre il posto più sicuro per un bambino. Nella sola regione europea, ogni giorno vengono uccisi 4 bambini tra 0 e 14 anni d’età – oltre 1.300 l’anno – in conseguenza di omicidi o percosse.
Inoltre, la lacuna di conoscenze e dati sulla violenza contro i bambini costituisce uno scandalo: gravità e misura del problema restano sconosciute; gli studi disponibili, condotti in modo non sistematico, sono in grado di fornire solo un quadro approssimativo della situazione.
Per colmare tali lacune, il Governo sloveno ha commissionato un’indagine conoscitiva sulla violenza domestica, diretta a fornire le basi per una politica di prevenzione.
I risultati preliminari della ricerca rivelano che tra gli adulti intervistati:
o solo il 56% informerebbe ?sicuramente? la polizia se sapesse di vicini di casa che picchiano frequentemente i propri bambini
o solo il 49% informerebbe ?sicuramente? la polizia se parenti stretti abusassero psicologicamente dei loro bambini
o il 73% dichiara di aver avuto un’esperienza personale di violenza familiare durante l’infanzia
o il 33% conosceva una o più famiglie dove schiaffeggiare i figli è il modo normale di insegnare loro la disciplina
o il 56% conosceva una o più famiglie dove urlare contro i bambini costituiva la norma
A livello regionale, i pochi dati a disposizione parlano da soli:
o Il rischio di omicidio è circa 3 volte maggiore per i bambini con meno di un anno, rispetto a quelli di età compresa tra il primo e il quarto anno di vita; tale fascia d’età, a sua volta, corre il medesimo rischio in proporzioni due volte maggiori rispetto alla fascia d’età tra i 5 e i 14 anni.
o Indagini conoscitive condotte in 14 stati europei indicano un tasso di abuso sessuale, sia all’interno che all’esterno dall’ambito familiare, del 9%: il 33% riguarda le bambine, un tasso tra il 3 e il 15% i bambini. In Slovenia si è venuti a conoscenza di 26 casi di abusi sessuali commessi nel 2004 da individui che occupano una posizione di potere.
o Le bambine sono più frequentemente sottoposte ad atti di bullismo che non i coetanei maschi. I ragazzi sono responsabili dell’85% delle aggressioni. Gli studi sui fenomeni di bullismo compiuti da ragazze sono decisamente scarsi. L’80% delle violenze sono commesse dalla fascia d’età compresa tra i 12 e i 16 anni.
o In Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Kirghizistan e Moldavia non vi sono divieti espliciti contro le punizioni corporali all’interno degli istituti.
o Le violenze commesse da bande di giovani sono aumentate vertiginosamente nell’Europa orientale. Nella Federazione russa il tasso di omicidi tra i giovani d’età compresa tra i 10 e i 24 anni è cresciuto d’oltre il 150% dalla caduta del comunismo. Le sparatorie sono più che raddoppiate in Azerbaigian, Lettonia e nella Federazione russa.
Delegati giovani e adulti – circa 25 ragazzi partecipano alla conferenza – lavoreranno insieme per proporre una lista di azioni da intraprendere immediatamente e nel medio e lungo periodo, per sollevare il velo di segretezza che avvolge il tema della violenza contro i bambini, e per definire vie efficaci per risarcire coloro che sono stati intrappolati nel terrore, nell’isolamento e nel silenzio che accompagna la brutalità.
Tutti i paesi dell’Europa e dell’Asia centrale dispongono di una cornice legale per intervenire – la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – ma gli obblighi da essa prescritti vengono disattesi, giorno dopo giorno, dagli stati, dai servizi sociali, da coloro che sono addetti a far rispettare la legge, dalle comunità, dai media e dalle famiglie stesse.
Gli atteggiamenti complici e permissivi verso la violenza contro i bambini saranno messi in discussione; i media verranno invitati a giocare un ruolo chiave nel formare una visione dei bambini commisurata alla loro dignità di esseri umani, cittadini e soggetti vulnerabili in ragione della loro età e forza.
Nelle scuole, il bullismo e gravi forme di violenza contribuiscono al livello di suicidi e a rovinare molte vite; la comunità fornisce una scarsa protezione ai centinaia di migliaia di bambini che vivono in strada o che semplicemente vi ?bazzicano?, mentre la maggior parte dei riformatori e dei centri di detenzione dei paesi dell’Europa e dell’Asia centrale dovrebbero essere denunciati. Tanto meno i bambini sono al sicuro o curati adeguatamente all’interno degli istituti, collegi o orfanotrofi.
La responsabilità di ogni singolo individuo di denunciare le violenze contro i bambini verrà inoltre sottolineata nei prossimi giorni della conferenza.
Per ulteriori informazioni: www.act-now.si o www.violencestudy.org/europe-ca
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