Mondo

Unicef: servono 1,2 miliardi di dollari

Presentato il Rapporto sull’intervento umanitario 2010

di Maurizio Regosa

Mentre l’attenzione mondiale è concentrata sugli sforzi per sostenere la popolazione di Haiti, l’Unicef ha presentato l’Humanitarian Action Report 2010. Una sorta di preventivo delle emergenze, delle necessità, degli aiuti per portare i quali servono grosse somme di denaro. «Con questo rapporto l’Unicef  lancia ogni anno un appello di raccolta fondi per i paesi in emergenza»-  ha detto il presidente di Unicef Italia Vincenzo Spadafora – «quest’anno viene richiesto  ai donatori 1,2 miliardi di dollari per aiutare i bambini e le donne di 28 paesi e territori tra i più poveri».

Il capitolo Haiti

«Haiti era già nella lista dei paesi “in crisi” prima del terremoto in seguito ai diversi uragani e disordini civili, che il paese ha dovuto affrontare, Haiti aveva già bisogno di sostegno umanitario prima di questa catastrofe. Il terremoto ha rappresentato un altro terribile duplice disastro, – alla devastazione della popolazione e dei mezzi di sussistenza si è aggiunta la paralisi di molte infrastrutture e degli impianti necessari per garantire l’efficacia delle azioni umanitarie» – ha proseguito – «Ma stiamo ottenendo risultati positivi. Questa settimana l’Unicef e i suoi partner hanno iniziato una campagna di vaccinazione contro il morbillo, la difterite e il tetano, che coinvolgerà 500.000 bambini sotto i sette anni». «Mentre l’Unicef ottimizza gli sforzi e accelera la fornitura di assistenza umanitaria a protezione dei bambini haitiani, l’organizzazione si impegna contemporaneamente a salvaguardare i bambini di tutto il mondo», ha sostenuto  Hilde F.Johnson, vice direttore generale.  

L’impegno in 28 paesi

Ogni anno, l’Unicef risponde a 200 emergenze in tutto il mondo. L’Humanitarian Action Report 2010 analizza le crisi più gravi, che richiedono un supporto eccezionale.  I 28 paesi e territori, inclusi nel rapporto, sono classificati in base alla dimensione, alla natura della crisi, alla gravità del suo impatto su donne e bambini e infine alla possibilità di ottenere risultati positivi per la popolazione. In questi casi è indispensabile un intervento d’urgenza per salvare la vita di molte persone, per garantire l’accesso all’acqua potabile, a servizi igenico-sanitari adeguati, alle cure mediche, al cibo, alla protezione dei bambini da qualsiasi forma di abuso o violenza; inoltre deve essere garantita l’istruzione.

L’Humanitarian Action Report quest’anno mostra l’evoluzione delle tendenze globali che mettono a rischio la vita dei bambini: cambiamenti climatici, crisi economica mondiale e natura mutevole dei conflitti, compresa-la diffusione capillare della violenza sessuale contro i bambini e le donne. Questi fattori si aggiungono alla vulnerabilità delle comunità più povere e minacciano la sopravvivenza e i diritti fondamentali dei bambini.

Con la gravità della crisi in Asia, in Pakistan, in Afghanistan e nelle Filippine, si stima che nel 2010 le necessità finanziarie dovrebbero più che raddoppiare. Tuttavia, le situazioni più disperate sono ancora quelle dell’Africa sub-sahariana, dove circa 24 milioni di persone nel Corno d’Africa sono state colpite dalla siccità, dall’insicurezza alimentare cronica e dal conflitto armato del 2009. Sudan, Ciad, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo si trovano ad affrontare casi di violenza interna e/o di frontiera, spostamenti di massa e problemi di accesso agli aiuti umanitari. La situazione rimane grave anche nello Zimbabwe, dove si intensifica la vulnerabilità dei bambini e delle donne del paese.

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