Famiglia

Unicef presenta Humanitarian Action for Children

l'organizzazione chiede 1,28 miliardi di dollari ai suoi donatori per assistere bambini e donne di oltre 25 stati o territori nel mondo.

di Redazione

 

L’elenco dei paesi include molte emergenze di lunga data o cosiddette “silenziose”, anche se la crisi in Somalia e in altri paesi del Corno d’Africa rappresenta quasi un terzo del totale dei fondi richiesti; si stima che l’UNICEF dovrà assistere 97 milioni di persone.

“Mentre gran parte dell’attenzione mondiale è focalizzata sull’emergenza nel Corno d’Africa, non dobbiamo dimenticare le emergenze di lunga data in tutto il mondo, le emergenze silenziose” – ha dichiarato Rima Salah, vice Direttore generale dell’UNICEF. “Nel Sahel è in atto una crisi nutrizionale più grave del solito. Nella Repubblica Democratica del Congo, in Ciad e nella Repubblica Centro Africana, solo per citarne alcune, ci sono emergenze che richiedono sostegno finanziario, se vogliamo salvare i gruppi più vulnerabili, i bambini e le donne”.

Solo nel 2011, nelle aree di crisi, l’UNICEF ha sostenuto campagne di vaccinazione, distribuito vermifughi e integratori di vitamina A a beneficio di oltre 36 milioni di bambini; sono stati curati più di 1,2 milioni di bambini affetti da malnutrizione acuta e più di 19 milioni di donne e bambini hanno ricevuto alimenti nutrizionali adeguati; più di 16 milioni di persone hanno ricevuto kit igienico-sanitari e acqua potabile; più di 2,3 milioni di famiglie hanno ricevuto aiuti non alimentari (tende, coperte, ripari) di sopravvivenza; 4 milioni di bambini hanno avuto accesso all’istruzione e oltre 920.000 hanno avuto accesso ai servizi di protezione.

Il Rapporto descrive le situazioni quotidiane di molte donne e bambini, tra i più vulnerabili al mondo, che vivono in situazioni di emergenza; il sostegno necessario a soddisfare i loro bisogni di base, immediati e nel lungo termine; il loro diritto alla sopravvivenza e allo sviluppo.

Ecco alcune aree di cui  si parla nel Rapporto:

– Corno d’Africa: da giugno 2011 fame e carestia hanno colpito 13 milioni di persone, con decine di migliaia di bambini somali rimasti uccisi e altri 750.000 bambini a rischio di morte. L’UNICEF è massicciamente intervenuto per aiutare le popolazioni di Gibuti, Kenya, Etiopia e Somalia: soltanto tra luglio e settembre 2011, sono stati curati oltre 108.000 bambini affetti da malnutrizione acuta; nello stesso periodo, l’UNICEF ha distribuito acqua sufficiente per 2,2 milioni di persone e 1,2 milioni di bambini  sono stati vaccinati contro il morbillo. Quasi 50.000 bambini hanno potuto frequentare spazi ricreativi o ambienti sicuri.

– Sud Sudan: la separazione del Sud Sudan dalla Repubblica del Sudan, ha lasciato il nuovo paese ad affrontare scontri lungo i confini condivisi: sono sfollate oltre 300.000 persone e sono tornati circa 350.000 sud sudanesi.

– E ancora: il dramma dei bambini e delle famiglie sfollate a seguito delle violenze scoppiate dalle elezioni del novembre 2010 in Costa d’Avorio; oltre 5 milioni di persone colpite dalle inondazioni in Pakistan. Per non parlare della situazione nel Nord Africa e nel Medio Oriente: solo in Libia, nella prima metà del 2011, più di 900.000 persone sono fuggite, rifugiandosi soprattutto in Egitto e in Tunisia.

Per quanto concerne le emergenze di lunga durata, secondo l’UNICEF: “In tutto il mondo, milioni di bambini vivono situazioni di crisi che durano da anni. Mentre alcune di queste emergenze attirano significativamente l’attenzione dei media e del mondo politico, altre non arriveranno mai sotto i riflettori della stampa internazionale, diventando così emergenze silenziose. Crisi umanitarie così lontane dall’opinione pubblica, che a volte è troppo facile trascurare”.

Nella Repubblica Democratica del Congo: in un contesto in cui i servizi sociali e le infrastrutture erano inesistenti o minimi, i conflitti nell’est e nel nordest del paese hanno avuto un profondo impatto su milioni di persone nel corso degli anni. Al giugno 2011, più di 1,5 milioni di persone – la metà dei quali bambini – risultano sfollati. Milioni di bambini nelle zone colpite dal conflitto non hanno frequentato le scuole, molti sono stati vittime di violenze sessuali, mentre epidemie di morbillo e colera hanno rappresentato una minaccia quotidiana per tanti bambini. Nel 2011 l’UNICEF ha fornito a 630.000 persone acqua e kit igienico-sanitari; più di 95.000 bambini affetti da malnutrizione acuta hanno ricevuto trattamenti terapeutici e 5,6 milioni di bambini sono stati vaccinati e hanno ricevuto la vitamina A. Durante i primi 9 mesi dell’anno, più di 15.000 sopravvissuti alle violenze sessuali e di genere (metà dei quali bambini) hanno potuto usufruire di servizi di sostegno.

Ad Haiti, l’UNICEF e i suoi partner continuano ad assistere i sopravvissuti del terremoto del 2010. Nel 2011, l’UNICEF ha contribuito a riunire 2.500 bambini separati dalle loro famiglie e ha costruito 193 scuole temporanee per circa 86.000 bambini. Durante l’epidemia di colera che ha colpito l’isola, 325.000 persone di aree marginali hanno ricevuto acqua potabile, e 2,2 milioni  hanno beneficiato di campagne di prevenzione igienico-sanitarie.

“Abbiamo registrato molti risultati positivi in contesti di emergenza nel 2011, ma i bisogni urgenti e di lungo termine di milioni di minorenni e delle loro famiglie continueranno anche nel 2012. L’UNICEF chiede un adeguato sostegno per poter adempiere ai propri impegni verso i bambini“ afferma Salah:”I bambini non solo rappresentano il futuro, ma sono i più vulnerabili e meritano un sostegno generoso e costante da parte della comunità dei donatori”.


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