Famiglia

Unicef: la situazione dei bambini è ancora critica

Nel rapporto “I bambini di Haiti risultati e prospettive a sei mesi dal terremoto” l’associazione fa un bilancio del post terremoto

di Lorenzo Alvaro

«La situazione ad Haiti è ancora critica. C’è ancora molto da fare e l’Unicef è in prima linea a fianco dei bimbi haitiani» ha detto il presidente dell’ Unicef Italia Vincenzo Spadafora, «oltre ai fatti e alle cifre sulle perdite e sui danni causati dal terremoto, ci colpisce soprattutto ciò che i bambini haitiani raccontano del terremoto ai nostri operatori, parlando “de le grand serpent”, di un grande serpente che strisciava rabbiosamente sotto la terra, scuotendo le loro case e le loro scuole fino a ridurle in polvere».

A sei mesi dal più forte terremoto che ha colpito Haiti negli ultimi 200 anni, le sfide per rispondere alle necessità e ai bisogni di oltre 800 mila bambini e delle loro famiglie rimangono aperte.
In un paese già fragile, il terremoto ha lasciato un bilancio di oltre 220 mila morti e oltre 300.000 feriti. Circa due milioni di persone non hanno più una casa e 1,6 milioni di persone  continuano a vivere in campi sovraffollati. Le infrastrutture del paese, già deboli, sono state devastate con il 60% degli edifici governativi distrutti e oltre 180.000 case sono inagibili.
«Il terremoto ad Haiti è stato un disastro per bambini e non è ancora finita», ha detto Anthony Lake, Direttore generale dell’Unicef, «L’Unicef e i suoi partner stanno lavorando duramente ogni giorno per salvare vite umane e per aiutare i bambini ad avere un futuro». 
Oggi, l’acqua potabile viene fornita a circa 1,2 milioni di persone attraverso la nostra partnership con altre organizzazioni umanitarie; l’Unicef sta  direttamente fornendo l’acqua a 330mila persone. Più di 275mila bambini sono stati vaccinati contro le principali malattie prevenibili. Programmi nutrizionali forniscono cibo a circa 550mila bambini sotto i cinque anni e le donne in allattamento e circa 2mila bambini gravemente malnutriti ricevono ora cure specifiche e alimenti terapeutici. 500mila bambini hanno ricevuto materiale didattico di base, di cui 185 mila direttamente dall’Unicef. Formazione specifica è stata data a circa 2.300 insegnanti e a 3mila operatori.
Il settore dell’istruzione è stato duramente colpito da questo disastro, con 3.978 scuole danneggiate o distrutte, l’80% di tutte le scuole nella zona del terremoto. Questo ha aggravato una situazione già fragile, in cui meno della metà dei bambini in età scolare frequentava la scuola prima del terremoto. Tre mesi fa, il governo, con il sostegno dell’Unicef, ha raccolto la sfida di mandare tutti i bambini a scuola, con scuole temporanee e spazi a misura di bambino. L’obiettivo è ora quello di ampliare l’accesso alle opportunità di apprendimento per tutti i bambini, in particolare per quelli più difficili da raggiungere, in tutto il paese. L’Unicef sta inoltre lavorando con il governo per alleviare il peso delle tasse scolastiche in un contesto dove il 90% delle scuole sono a pagamento e non pubbliche.
«Approfitto per ringraziare i tanti italiani», ha detto il Presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora, «che attraverso le loro donazioni, oltre 3,5 milioni di euro, ci hanno consentito da subito e ci consentono tutt’ora di intervenire al fianco di questa popolazione colpita da una tragedia senza precedenti».


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