Migrazioni
Il Mediterraneo cimitero di minori stranieri non accompagnati: tutti i numeri
Unicef Italia in missione a Lampedusa per vedere da vicino la situazione dei Minori stranieri non accompagnati-Msna: il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi
Un picco di arrivi che ha raggiunto le 4.800 persone in un solo giorno: Lampedusa, piccola isola nel sud dell’Italia, che spesso è il primo porto di approdo per le persone in cerca di asilo, sicurezza e opportunità in Europa, ha toccato punte di oltre 7mila migranti e rifugiati sbarcati sulle sue coste.
Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi
– Regina De Dominicis
Sono Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, e Nicola Dell’Arciprete, coordinatore della risposta Unicef in Italia, a presentare i dati aggiornati sugli arrivi via mare dei minori stranieri non accompagnati e i risultati di una missione sul campo a Lampedusa di Unicef.
Oltre 11.600 minori stranieri non accompagnati tra i 15 e i 17 anni hanno attraversato il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia senza i loro genitori o tutori legali tra gennaio e metà settembre 2023. Si tratta di un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando circa 7.200 minorenni non accompagnati o separati hanno compiuto la pericolosa traversata. E si registra un aumento dei minori che hanno meno di 16 anni.
I minorenni che intraprendono questi viaggi spaventosi da soli sono spesso imbarcati su gommoni sovraffollati o su scadenti barche da pesca in legno, inadatte alle cattive condizioni atmosferiche. Alcuni vengono alloggiati nella stiva della nave, altri su chiatte di ferro – particolarmente pericolose per la navigazione. La mancanza di capacità di ricerca e soccorso coordinate e adeguate a livello regionale e di cooperazione in mare al momento dello sbarco aggrava i pericoli che i bambini corrono durante la traversata.
Guerre, conflitti, violenza e povertà sono tra le principali cause che spingono i minorenni a fuggire da soli dai loro Paesi d’origine. I dati dimostrano che i minorenni non accompagnati sono a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio, con le ragazze e i bambini dell’Africa subsahariana che hanno maggiori probabilità di subire abusi.
Tra giugno e agosto di quest’anno, almeno 990 persone, tra cui 289 bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’estate scorsa, quando persero la vita almeno 334 persone. Molti naufragi non lasciano superstiti e molti non vengono registrati, rendendo il numero reale delle vittime probabilmente molto più alto.
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I bambini che sopravvivono al viaggio vengono ospitati in centri noti come hotspot, prima di essere trasferiti in altre strutture di accoglienza. Più di 21.700 minorenni non accompagnati in tutta Italia si trovano attualmente in queste strutture, rispetto ai 17.700 di un anno fa.
«Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi», ha dichiarato Regina De Dominicis, direttrice regionale del fondo delle Nazioni unite per l’infanzia-Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale, che precisa «L’adozione di una risposta a livello europeo per sostenere i bambini e le famiglie in cerca di asilo e sicurezza e un aumento sostenuto degli aiuti internazionali per sostenere i Paesi che devono affrontare crisi multiple sono disperatamente necessari per evitare che altri bambini soffrano».
In accordo con il diritto internazionale e con la Convenzione sui diritti dell’infanzia, l’Unicef ha chiesto in conferenza stampa ai governi di fornire percorsi più sicuri e legali per la richiesta di asilo; di garantire che i bambini non siano trattenuti in strutture chiuse; di rafforzare i sistemi nazionali di protezione dei minorenni per proteggere meglio i bambini che migrano; di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e di garantire lo sbarco in luoghi sicuri.
Il dibattito in corso tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sul Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, è stato detto in chiusura, rappresenta un’opportunità immediata per affermare e sostenere i principi chiave della protezione dei bambini e sviluppare politiche che affrontino le molteplici violazioni dei diritti dei bambini nei Paesi di partenza, di transito e di arrivo.
tutte le foto sono di Unicef Italia
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