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Unhcr: sono 42.000 i libici in fuga dagli scontri a Tripoli

Ad oggi più di 42.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case da quando è scoppiato il conflitto all’inizio di questo mese. Nelle aree maggiormente colpite dal conflitto vi è un sentimento crescente di disperazione. L’UNHCR chiede sia garantito l’accesso regolare e senza restrizioni degli aiuti umanitari a tutte le aree colpite e chiede una tregua umanitaria temporanea

di Redazione

In Libia, migliaia di uomini, donne e bambini sono stati costretti a fuggire verso le zone periferiche di Tripoli dagli scontri che continuano a travolgere i quartieri meridionali della città.

I bombardamenti indiscriminati e le fitte sparatorie continuano a seminare distruzione e a mettere in fuga i civili. E il numero di persone colpite è in aumento: più di 42.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case da quando è scoppiato il conflitto all’inizio di questo mese. Ad oggi, sarebbero 278 le persone che hanno perso la vita, mentre altre 1.332 risultano ferite.

È imperativo garantire ogni sforzo per assicurare che i civili non restino vittime del fuoco incrociato e per preservare l’integrità delle infrastrutture pubbliche.

Nelle aree maggiormente colpite dal conflitto vi è un sentimento crescente di disperazione. Lo staff dell’UNHCR in Libia riferisce che la popolazione ha paura di abbandonare le proprie case. L’approvvigionamento idrico è insufficiente, l’erogazione di energia elettrica è regolarmente interrotta e l’accesso a cibo, carburante e altri beni di prima necessità è limitato.

Oltre al lavoro di protezione di rifugiati e migranti svolto nelle difficili circostanze attuali in Libia, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha predisposto aiuti e personale per sostenere i civili libici nelle aree colpite più duramente. I medicinali e le attrezzature mediche consegnati con urgenza questa settimana sono stati messi a disposizione del Ministero della Salute.

Tre ambulanze dotate di tutte le attrezzature sono state messe a disposizione dell’ospedale centrale di Tripoli, dell’ospedale Al Hadaba Alkhadra e del Centro cardiologico nazionale Tajoura: tutte e tre le strutture continuano a garantire cure mediche in condizioni estremamente difficili.

L’UNHCR, insieme al proprio partner Libaid e ad altre organizzazioni locali, ha distribuito inoltre coperte, materassi, lampade solari, set da cucina, secchi e altri beni di prima necessità a circa 6.200 persone che hanno trovato rifugio in alloggi condivisi e nelle aree urbane di Tripoli, Azzawya, Sabrata, Garabulli e Misurata.

Tuttavia, la situazione di estrema instabilità comporta una forte restrizione delle possibilità di accesso ad alcune aree per l’UNHCR e le altre organizzazioni umanitarie.

L’UNHCR lancia un appello affinché sia garantito l’accesso regolare e senza restrizioni degli aiuti umanitari a tutte le aree colpite ed entri in vigore una tregua umanitaria temporanea che consenta di assicurare i servizi di emergenza e il passaggio in condizioni sicure e di natura volontaria dei civili al di fuori delle aree colpite dal conflitto.


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