Famiglia

Unhcr al lavoro per ospitare i profughi in Pakistan e Iran

L'UNHCR sta accelerando le operazioni di preparazione per una cifra iniziale di 300mila arrivi in Pakistan e 80mila in Iran.

di Redazione

L’Alto Commissariato è impegnato in una lotta contro il tempo nei paesi confinanti con l’Afghanistan, in particolare Pakistan e Iran, per procurarsi e trasferire alle frontiere beni di prima necessità, così come per allestire i campi nei siti resi disponibili dalle autorià locali L’UNHCR sta accelerando le operazioni di preparazione per una cifra iniziale di 300mila arrivi in Pakistan e 80mila in Iran. Date le precarie condizioni di sicurezza, gli operatori dell’UNHCR incontrano grandi difficoltà per predisporre l’assistenza per un eventuale flusso di rifugiati in Pakistan e in Iran. In Pakistan sono stati individuati oltre 30 possibili siti nei quali allestire campi, ma solo alcuni di questi potranno essere operativi entro i prossimi 10 giorni. Tutti i siti si trovano nelle aree tribali lungo la frontiera del Pakistan. In queste aree, ogni opera necessita dell’approvazione da parte delle autorità locali e gli operatori devono chiedere ogni giorno il permesso per accedere ai siti e predisporre il materiale per gli alloggi. I siti si trovano in zone isolate e accidentate. A Quetta l’UNHCR ha finora immagazzinato 4mila tende, 10mila teloni di plastica e 6mila coperte, che potrebbero fornire un alloggio temporaneo a decine di migliaia di persone. Per il momento, poiché nessuno dei siti è ancora pronto, gli aiuti si trovano ancora nei depositi. L’acqua rappresenta il problema principale nell’arida area di Quetta, colpita da quattro anni da una grave siccità. Al momento, l’UNHCR può far fronte ad un afflusso di poche decine di migliaia di nuovi rifugiati, ma non di centinaia di migliaia. Pur riconoscendo le preoccupazioni degli stati confinanti, l’Alto Commissariato ha richiesto più volte – e contina a farlo – che essi collaborino per individuare e allestire nuovi siti, migliori e più sicuri di quelli già individuati. L’UNHCR teme che se ciò non accadrà, sarà estremamente difficile far fronte a un massiccio esodo, nonostante risorse finanziarie e di altra natura comincino ad affluire da parte dei donatori. In termini finanziari, l’Agenzia necessita di circa 50 milioni di dollari – oltre 105 miliardi di lire – per le fasi iniziali dell’assistenza. circa 26 milioni di dollari – oltre 54 miliardi di lire – sono già stati contribuiti dai donatori. L’UNHCR sta anche chiedendo ai donatori contributi in natura dei beni più urgenti, come tende e coperte.


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