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Ungheria: democrazia sempre più a rischio

Un rapporto dello Human Rights Watch denuncia la situazione sempre peggiore della democrazia in Ungheria. Le preoccupazioni maggiori sono per la libertà di stampa, la società civile e la condizione delle donne, dei disabili e dei senzatetto. E Bruxelles non fa nulla…

di Ottavia Spaggiari

L’Europa non ha fatto abbastanza per la democrazia in Ungheria. Ad affermarlo un rapporto pubblicato mercoledì che denuncia una serie di misure adottate dal governo del primo ministro, Viktor Orbàn, che metterebbero a serio rischio la tutela e il rispetto dei diritti umani nel Paese. Particolare preoccupazione per la libertà di stampa, dopo la riforma dei media del 2010, per le limitazioni ai poteri della Corte Costituzionale, la condizione delle donne, dei disabili, delle minoranze religiose e dei senzatetto e la libertà di azione della società civile. Già lo scorso autunno il consorzio ungherese AI, responsabile della gestione e dell’erogazione dei fondi esteri per la promozione della partecipazione civica e della democrazia attiva, derivati dal Norway Fund e dalla Open Society Foundation, era stato accusato di utilizzare i finanziamenti per attività politiche sovversive e si era visto bloccare il codice fiscale , gli era per tanto stato impedito di ricevere ed erogare fondi.

“L’Ungheria ha dimostrato di avere bisogno di un intervento più forte da parte dell’Unione Europea, per proteggere i diritti nel Paese”, ha dichiarato Lydia Gall, ricercatrice di Human Rights Watch per i Balcani e l’Est Europa. “L’Europa deve far valere i valori su cui si è costituita e proteggere i diritti dei cittadini ungheresi, attivando il meccanismo dei diritti fondamentali, della Rule of Law e mettere la situazione del Paese nell’agenda del Consiglio d’Europa”.

Human Rights Watch ha identificato alcune riforme per riportare l’Ungheria in linea con gli obblighi internazionali tra cui, mettere fine alla campagna contro le organizzazioni non governative e riconoscerne invece l’iportanza di quest’ultime nella democrazia europea e ristabilire i poteri della Corte Costituzionale, assicurando l’indipendenza giuridica. Secondo Gall, infatti, “Ogni stato europeo ha spazio per migliorare quando si parla di diritti umani, ma davanti al governo ungherese, che sembra determinato a danneggiarne deliberatamente la  tutela, è vitale che Bruxelles agisca.”

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