Mondo

Un’escalation potrebbe portare Al Qaeda in Cisgiordania

Intervista a Janiki Cingoli, direttore del Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente dopo il ritrovamento del corpo dei tre ragazzi israeliani

di Lorenzo Alvaro

Quello che il mondo temeva è successo. L'esercito di Israele ha ritrovato senza vita i corpi di Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16) nei pressi del villaggio di Halhul vicino Hebron in Cisgiordania dove tutto è cominciato 18 giorni fa. Di fronte alla notizia Israele ha confermato la sua accusa ad Hamas che, ha detto il premier Benyamin Netanyahu, «la pagherà». Nel giro di poche ore è partita l'offensiva e si è scatenato l'inferno. Raid aerei su 34 obiettivi collegati ad Hamas e Jihad islamica (in copertina le immagini notturne dei bombardamenti su Gaza) cui si è risposto con il lancio di razzi nel sud di Israele. Abbiamo chiesto a Janiki Cingoli, direttore del CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente di aiutarci a capire la situazione e che vie d'uscita ci siano
 

Janiki Cingoli, direttore del CIPMO

Si è passati da un clima di distensione, con la scelta di Hamas di entrare nel governo di Al-Fatah e l'incontro in Vaticano a questo rapimento finito con l'assassinio dei tre ragazzi israeliani. A chi interessa un'escalation del genere?
In Medio Oriente le cose non sono necessariamente chiare e lineari. È vero tutto e il contrario di tutto. Bisogna andare per ordine

Prego, ci guidi…
Innanzitutto bisogna dire che non è del tutto chiaro questo rapimento. Nel senso che non si sa chi siano i rapitori. Non si sa siano personaggi Hamas o di gruppi più estremi rispetto ad Hamas. Qaedisti, jihadisti e così via.

Anche perché c'è stata la riunione di Hamas con Al-Fatah…
Bisogna però sottolineare che Hamas non fa parte del governo tecnico di unità nazionale. È un appoggio esterno. Occorre capire se questo accordo può essere visto con sfavore dal braccio armato di Hamas che per questo ha voluto questa forzatura. È evidente che Hamas abbia festeggiato e appoggiato il rapimento. Anche qui però è da capire se è identificazione o rincorsa. Cioè se si tratta solo di un sostegno ad un'azione estranea o ad una azione propria. C'è poi da valutare il vuoto creato dal fallimento dell'iniziativa Kerry.

In che senso?
Per responsabilità precipue al modo in cui Kerry ha gestito questa vicenda, questa trattativa, con modi allucinanti e dilettanteschi. Per mesi si è trattato e discusso senza risultati. Ci sono sicuramente anche delle responsabilità di Israele, come ha anche dichiarato Martin Indyk, vice di Kerry in un'intervista, che non ha rilasciato l'ultimo gruppo di prigionieri e ha continuato la politica dei nuovi insediamenti. Sta di fatto che questa trattativa fallimentare ha creato un vuoto. Ogni vuoto tende ad essere riempito. E di solito non è mai una cosa positiva. I fatti odierni lo dimostrano. Questi sono i fatti sul tavolo.

E adesso cosa si può fare?
In primo luogo ci deve essere una condanna ferma dell'uccisione di questi tre ragazzi. Nessun tentennamento. Vicinanza e solidarietà alle famiglie e al popolo di Israele per il lutto che li ha colpiti. E aggiungo che ogni atto di terrorismo che colpisca la popolazione civile, e includo anche chi abita le zone occupate, anche se si tratta di una situazione diversa, è da condannare e respingere. Solo così è possibile ragionare di Pace.

La situazione è molto compromessa?
Si molto, alcuni atti della ricerca dei tre hanno fatto pensare più ad un'iniziativa volta a colpire Hamas in Cisgiordania, impedendogli di prendere il controllo della zona come era avvenuto a Gaza, che ad un'operazione di soccorso. È adesso necessario che la risposta della Comunità Internazionale intervenga perché la risposta non coinvolga la società civile e non travalichi rispetto al quadro odierno e che è già così precario  

Abu Mazen ha condannato il fatto. Questo è importante?
Non solo, Abu Mazen ha condannato l'attentato in arabo di fronte all'assemblea dei Paesi islamici in Arabia Saudita. Un gesto fondamentale. Lo stesso Netanyahu ha dovuto riconoscere l'importanza di questo atto. Adesso naturalmente andrà verificato, tra Hamas e Al-Fatah la linea da tenere di fronte ai fatti che sono e che stanno per accadere

A proposito di Netanyahu, il premier afferma di avere le prove del fatto che gli omicidi sono da imputare ad Hamas?
Li produca e vedremo. Non mi stupirei né che sia stata Hamas, né del contrario. Ma è necessario capirlo. È fondamentale sapere se c'è problema interno ad Hamas o di concorrenza ad Hamas

Perché è importante?
Perché la destra israeliana propone di estirpare Hamas dalla Cisgiordania. Bisogna capire se il vuoto creato sarà riempito da Al-Fatah o non piuttosto, come già successo in latre zone, da gruppi qaedisti o jihadisti
 


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