Volontariato

Un’avventura Alegre

Portogallo: la sorprendente storia del candidato che ha sfiorato il ballottaggio

di Paolo Manzo

Poco più di mezzo punto percentuale, lo 0,59% ad essere pignoli. Tanto è mancato a Manuel Alegre – poeta, scrittore ma, soprattutto, candidato indipendente della sinistra lusitana – per arrivare al secondo turno con Cavaco Silva, il candidato della destra, che dai tempi della dittatura di Salazar non governava in Portogallo. Tutti i mass media hanno sottolineato la débâcle storica del partito socialista, in sella dal 1976, ma pochi si sono accorti dell?oltre 20% di voti raccolti da questo socialista ?reietto dai suoi? che, in appena due mesi e mezzo, è quasi riuscito a doppiare il candidato ufficiale del partito, l?ex presidente Mario Soares. «La biografia di Alegre», spiega da Lisbona Luiz Antonio Magalhaes, analista politico dell?Osservatorio brasiliano sulla stampa, inviato nella capitale per seguire le elezioni, «potrebbe essere un perfetto romanzo d?avventura, a tinte forti. Per certi versi mi ricorda quella di Lula, soprattutto per le difficoltà che ha dovuto percorrere in questi suoi 69 anni, e per l?appoggio ricevuto dai movimenti». Certo, a differenza del presidente brasiliano – arrivato alla presidenza dopo tre tentativi infruttuosi – Alegre non è nato povero, bensì da una famiglia della classe media, ma l?appoggio datogli dal ?Movimento jà?, un movimento di cittadini assai trasversale, che ha attecchito particolarmente tra la Chiesa di base e la società civile dell?associazionismo laico e cattolico, lo rende simile a Lula. «Di sicuro è difficile poter trasferire il ?modello-Alegre? in altri paesi, ma il grande appoggio ricevuto dalla società civile lusitana potrebbe tracciare una via da seguire anche all?estero, Italia compresa», spiega Helena Roseta, braccio destro del ?poeta-politico?. La via, dunque, è chiara ma il modello difficilmente esportabile, soprattutto perché nella biografia di Alegre c?è più di un?unicità: dalla gioventù passata sotto una feroce dittatura al carcere (sei mesi a Luanda, dove aveva guidato una ribellione contro la guerra coloniale portoghese), dal ruolo di trascinatore di popolo attraverso i microfoni della radio Voz de la Libertad (che trasmetteva clandestinamente in Portogallo) all?esilio decennale prima di rientrare in patria, una settimana prima del 25 aprile 1974, quando la Rivoluzione dei garofani spazzò via la dittatura. Resta la via, rappresentata dal tentativo coraggioso di Alegre, che fa capire come la società civile – almeno in Portogallo – sia riuscita a raccogliere il consenso di un elettore su cinque al di fuori dello schema tradizionale dei partiti. «L?obiettivo principale della mia candidatura, il secondo turno, non è stato raggiunto per appena una manciata di voti. Ma resta la lezione, la speranza, l?esempio di una democrazia partecipativa e l?importanza del potere di cittadinanza», spiega a Vita lo stesso candidato presidente Alegre. Che aggiunge: «Ciò che abbiamo raggiunto in così poco tempo, contro tutto e tutti, è stato senza dubbio un ?miracolo civico?. Adesso è finalmente chiaro che c?è molto spazio al di là dei partiti e che i movimenti civili come ?Movimento jà? sono indispensabili per rinnovare la democrazia e gli schieramenti tradizionali». In ogni caso, conclude il ?poeta-politico?, «la novità e l?importanza del movimento che ha appoggiato la mia candidatura risiede nella sua natura: di tipo spontaneo e nata ?dal basso?. Per ora non c?è alcuna intenzione di creare un partito, ma speriamo di contribuire al rinnovamento della vita politica portoghese».

  • I risultati del voto A sinistra divisi in 5. E perdenti I l candidato unico della destra Anibal Cavaco Silva è stato eletto presidente del Portogallo con il 50,59% dei voti. Il candidato indipendente Manuel Alegre ha ottenuto il 20,72% contro il 14,34% del candidato ufficiale del Partito socialista Mario Soares, «sicurissimo di sconfiggere Alegre». A seguire gli altri candidati della sinistra: il comunista Jerónimo de Sousa con l?8,59% dei voti, Francisco Louçã del Blocco di sinistra al 5,31% e Garcia Pereira del Partico comunista dei lavoratori, con appena lo 0,44%.

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