Welfare

Un’aula studio per i detenuti iscritti all’Università di Lecce

Nella Casa circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce, è stata inaugurata un’aula studio per accogliere e supportare le attività degli studenti detenuti iscritti ad un corso di laurea dell’Università del Salento

di Emiliano Moccia

Postazioni per pc, tavoli per riunioni seminariali, una smart tv e pannellature personalizzate per abbattere il riverbero acustico. L’aula studio inaugurata nella Casa circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce, è pronta ed attrezzata con arredi e supporti tecnologici per accogliere le attività degli studenti detenuti iscritti ad un corso di laurea dell’Università del Salento. Perché quello dell’istruzione e della formazione è un tassello importante nel percorso di reinserimento sociale di chi ha sbagliato. Ed al momento, sono circa venti i detenuti iscritti a corsi di laurea dell’Ateneo salentino nei settori dei beni culturali, comunicazione, sociologia, pedagogia, giurisprudenza, lingue, viticultura ed enologia e scienze motorie. Alcuni dei ristretti hanno già conseguito la laurea triennale, in alcuni casi con il massimo dei voti.

Quella avviata nel penitenziario di Lecce, dunque, segna la prima iniziativa di questo genere in Puglia, nell’ambito dell’adesione di UniSalento alla CNUPP – Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, istituita dalla CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. «Ai detenuti viene offerta la possibilità di un percorso che ne favorisca il reinserimento sociale e occupazionale: qualcosa di estremamente significativo, dunque, per la comunità accademica e per la comunità territoriale» ha detto il rettore Fabio Pollice, inaugurando l’aula.

«Lo studio universitario all’interno degli istituti penitenziari rappresenta una sfida per le istituzioni e un’opportunità per i detenuti, che possono così impiegare il tempo in modo proficuo, vivere la detenzione in modo attivo e più responsabile» ha spiegato Mariateresa Susca, direttrice del Casa circondariale di Borgo San Nicola. «Hanno la possibilità di riflettere sulla propria condizione e di investire su sé stessi, preparandosi per quello che accadrà alla fine del periodo di detenzione con maggiore consapevolezza e con un titolo spendibile».

La realtà dei Poli Universitari Penitenziari italiani è iniziata più di venti anni fa a Torino presso la Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno". Quel cammino, pur con differenze locali, è stato replicato in numerose altre sedi universitarie, coinvolgendo attualmente circa quaranta Atenei che operano in ottantadue carceri dal Nord al Sud Italia. L’adesione di UniSalento al CNUPP nasce dalla convinzione che «questo sarà un contenuto e un contenitore, non soltanto uno spazio per i nostri iscritti detenuti, ma per tutta la popolazione carceraria. Uno spazio di formazione, di interazione e di scambio tra dentro e fuori» ha aggiunto Marta Vignola, delegata del rettore per il Polo penitenziario universitario. L’obiettivo che si intende raggiungere, in sinergia con l’Amministrazione Penitenziaria, è di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” a un periodo formativo, investendo sul capitale umano oggi detenuto per ridurre i rischi di recidiva e per offrire nuove possibilità per il futuro una volta scontata la pena.

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