Non profit
Un’Ape Furibonda per la casa di Alda Merini
Quattro associazioni al femminile si sono aggiudicate la gestione, messa a bando dal Comune di Milano, dello spazio che era abitazione della grande poetessa. Il progetto è quello di farlo diventare «un crocevia di desideri e di incontri»
Il nome che si sono scelte è molto pertinente rispetto alla mission: sarà la Piccola Ape Furibonda, associazione temporanea di scopo di quattro realtà milanesi al femminile a gestire il museo dedicato ad Alda Merini. L’Ape Furibonda è coordinata da Cetec, organizzazione pioniera nel Teatro d’Arte Sociale; le altre sono Ebano onlus, Errante e l’aps Promise.
Il Progetto si chiama “Le Stanze di Alda” ed ogni luogo dello Spazio Alda Merini, Casa delle Arti, viene caratterizzato da linguaggi artistici diversi, da una forte attenzione verso l’impegno sociale e le donne. Insieme al CETEC che ha da diversi anni alle spalle attività artistiche nei luoghi del disagio, da San Vittore agli Edge Festival, Ebano, Errante e Promise sono realtà associative affini e composte quasi esclusivamente da giovani donne, esperte di progettazione sociale e di comunicazione, di teatro arte e cinema, di reinserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate.
La natura delle quattro associazioni coinvolte permette così di realizzare progetti che abbiano come obiettivo l’inclusione e scambio tra differenti generazioni, competenze, culture ed etnie, al fine di creare nuove contaminazioni tra tradizione e innovazione, artigianato e arte, con particolare attenzione alla realtà femminile. La volontà è quella di far vivere anime diverse in questo luogo “casa”, crocevia di desideri e di incontri. La proposta si caratterizza per la volontà di articolare le attività artistiche/culturali suddivise per “Stanze di Alda” a seconda delle varie discipline, dal teatro, alla scrittura autobiografica e creativa, dalla fotografia alla musica.
La Casa di Alda sarà inoltre aperta per la prima volta tutti i giorni della settimana, sabato e domenica inclusi, ad accesso gratuito. Sono previste attività con le Istituzioni scolastiche, a fare da guida alla Casa artiste ed attrici ex-detenute del CETEC, sono anche in programma molte iniziative per consentire la partecipazione di persone del quartiere con caratteristiche di vulnerabilità (in particolare donne, anche di origine straniera).
La Casa Alda Merini sarà un luogo in cui artiste “senzatetto” vengono ospitate per sviluppare la produzione artistica in residenza, dove le donne possono intraprendere percorsi di avviamento al lavoro, anche nella gestione dello spazio. «Il nostro obiettivo è quello di aprire alla città degli “invisibili” e degli ultimi un luogo che è patrimonio di cultura e poesia, rendendolo fruibile ed accessibile, introducendo i visitatori non solo a conoscere la Stanza di Alda, a leggere le svariate edizioni dei libri di poesia e documenti della Merini, ma anche a sedersi in giardino o nell’ atrio della sua Casa ad ascoltare musica e canzoni che lei preferiva, a seguire un percorso sensoriale ed emotivo attraverso laboratori, performance, eventi che le sono dedicati e che le sarebbero piaciuti», spiega Donatella Massimilla, direttrice artistica del CETEC. «Le donne per le altre donne, capaci di portare sé stesse, ciascuna con le proprie ferite, a memoria vivente della sofferenza e della grandezza della poetessa Alda Merini. Non solo quindi donne fragili come beneficiarie di servizi e opportunità ma promotrici attive della memoria della grandezza e del talento femminili».
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