Scuola, cultura e Terzo settore
Un’alleanza educativa sotto il segno della bellezza è possibile
È possibile innovare le strategie formative mettendo al centro arte, natura, cura. Lo dimostra il progetto quadriennale "Di bellezza si vive" sostenuto dell’Impresa sociale Con i bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Un percorso di ricerca che, con 50 azioni in cinque diversi ambiti di sperimentazione: famiglia, scuola, spazi di vita, luoghi culturali e mondi digitali, ha confermato il potenziale educativo della creatività artistica
Le neuroscienze cognitive, la pedagogia clinica e la ricerca artistica, scientifica e del design hanno dimostrato, ormai da tempo, che la bellezza è in grado di generare una profonda risonanza nei confronti degli altri e del mondo, agendo sul sistema corpo-cervello-mente.
Cosa significa oggi educare con l’arte ai temi del contemporaneo? In che modo scuola, cultura e terzo settore possono collaborare alla costituzione di nuove comunità educanti efficaci nel contrastare la povertà educativa?
Come spiega Ugo Morelli, psicologo e saggista, referente scientifico di Di bellezza si vive, un progetto quadriennale sostenuto dell’impresa sociale Con i bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: «i nostri sistemi educativi scontano un ritardo ormai decennale, poiché si fondano su principi didattici normativi e prescrittivi. Sistemi datati dal punto di vista metodologico che rischiano di favorire forme di analfabetismo, non curano i processi emozionali, separano cognizione ed emozione, trascurando il ruolo generativo del corpo, del movimento, dei sistemi sensoriali ed emozionali, della prassi e dell’azione».
Proprio per riflettere su come attivare nuove forme di partecipazione, co-progettazione tra scuola, cultura, Terzo settore, mondo della comunicazione e della filantropia e per promuovere una nuova alleanza educativa, Di bellezza si vive, lo scorso 2 febbraio, ha organizzato al Castello di Rivoli museo d’arte contemporanea una giornata di studio sul tema: “Nuove forme di partecipazione: scuola, musei, terzo settore per un’alleanza educativa sotto il segno della bellezza”, promossa da Unione cattolica stampa italiana – Ucsi nazionale e del Piemonte, con il patrocinio della Federazione nazionale stampa italiana – Fnsi e della Società di san Vincenzo De Paoli.
La giornata di studio è stata l’occasione per affermare come l’arte e l’educazione condividono la responsabilità del contratto sociale, ma anche l’urgenza di
instillare soprattutto nei giovani passione, piacere, desiderio, senza i quali è minore la possibilità di disegnare futuri alternativi, rimettendo al centro il protagonismo dei giovani e più in generale delle comunità.
Unire educazione e bellezza è un atto educativo e contemporaneamente politico
Durante il progetto quadriennale Di bellezza si vive, che ha coinvolto i territori di Como, Milano, Messina, Roma, Torino, Napoli e Trento, sono state realizzate quasi 50 azioni in cinque diversi ambiti di sperimentazione: famiglia, scuola, spazi di vita, luoghi culturali e mondi digitali. Le varie esperienze estetiche hanno dimostrato la possibilità di innovare le strategie educative, mettendo al centro arte, natura, cura; riconoscere il potenziale educativo della creatività artistica; combinare i metodi di cura e di sostegno all’apprendimento con l’immersione nell’arte e nella natura; passare da un’educazione trasmissiva a un apprendimento laboratoriale, aiutando ogni ragazzo nella definizione della sua identità in relazione ai contesti di vita reali per far emergere le vocazioni in funzione delle scelte future.
Tutte le sperimentazioni sono state frutto di una co-progettazione interdisciplinare sostenuta da partner diversi per saperi, missioni e contesti
Il partenariato rappresenta, così, un’inedita comunità educante meta-disciplinare con un’esperienza nazionale e internazionale esemplare in azioni di accoglienza ed educazione dei minori (Cometa), fruizione culturale e educazione pedagogica (dip. Educazione Castello di Rivoli), divulgazione scientifica (Istituto nazionale di fisica nucleare – Infn), formazione intergenerazionale di minori e adulti (ON), sperimentazione di economie etiche, circolari, solidali e inclusive (Fondazione Horcynus Horca), laboratori di territorio attraverso i linguaggi artistici (Fondazione Mario Moderni).
Tra le esperienze del progetto c’è Coltiviamo un sogno, realizzata con la guida del Dipartimento educazione del Castello di Rivoli, con cui è stato intrapreso, dal Nord al Sud d’Italia, un viaggio esperienziale basato sulla realizzazione di orti artistici negli spazi scolastici e di vita, dove l’orto-giardino è diventato una metafora per affrontare diversi temi del contemporaneo.
A Como e Rivoli attraverso la realizzazione di orti parola si sono affrontati i temi dell’intercultura, della cura relazionale, dell’integrazione, della biodiversità naturale e umana, della convivenza, del riconoscimento delle differenze favorendo, anche, un approccio integrato all’apprendimento delle Steam.
A Messina le installazioni, ispirate all’opera di Michelangelo Pistoletto, sono diventate oggetto di un dialogo maieutico sul cambiamento climatico, la giustizia sociale e la transizione ecologica.
A Poli hanno generato un percorso di educazione con l’arte come atto di cittadinanza attiva. Ogni installazione è nata ispirandosi a molte opere di grandi artisti del contemporaneo: come Joseph Beuys antesignano del movimento ecologista; Giuseppe Penone nella relazione della fluidità della natura; Olafur Eliasson con l’idea della visione espansa del paesaggio con i suoi ‘caleidorama; Swetha Bhatad con il suo manifesto artistico per un uso equo delle risorse naturali e, infine, Michelangelo Pistoletto.
«Le azioni condivise per Di bellezza si vive», spiega Paola Zanini, responsabile del dipartimento Educazione castello di Rivoli museo di arte contemporanea, «rispecchiano la modalità che da sempre il dipartimento educazione del Castello di Rivoli mette in campo nei diversi contesti: progettare e condividere azioni collettive e partecipate, pratiche che attraverso l’arte e la bellezza possono sostenere e promuovere il senso di appartenenza alla comunità e favorire il benessere individuale e collettivo, mettendo l’arte al centro della trasformazione sociale responsabile in perfetta sintonia con il pensiero di Michelangelo Pistoletto».
In questo percorso di ricerca si sono generate azioni capaci di innovare le strategie educative, mettendo al centro arte, natura, cura; riconoscere il potenziale educativo della creatività artistica; individuare le opportunità di sostegno derivanti dall’arte in natura; combinare i metodi di cura e di sostegno all’apprendimento con l’immersione nell’arte e nella natura; passare da un’educazione disciplinare ad un apprendimento fondato sulle competenze; aiutare ogni ragazzo nella definizione della sua identità in relazione ai contesti di vita reali per far emergere le vocazioni in funzione delle scelte; valorizzare la cura, la bellezza e l’empatia degli spazi aperti in cui i minori fanno esperienze educative quali elementi fondamentali da cui dipendono molti aspetti della dell’attivazione delle risorse psichiche; sviluppare laboratori di territorio promuovendo una cooperazione assidua tra una “scuola vivaio” e una comunità educante.
«Di bellezza si vive», conclude Giorgia Turchetto, project manager Di bellezza si vive, «è stato davvero un viaggio di formazione per tutte le bambine, i bambini, gli adolescenti, le ragazze, i ragazzi, gli educatori, gli insegnanti, gli operatori culturali che hanno partecipato: più di 3mila destinatari diretti e oltre 90mila gli indiretti. In quest’ultimo anno ci stiamo dedicando alla realizzazione di una pubblicazione digitale, un lascito, che vuole essere uno storydoing corale ma anche uno tools metodologico che possa essere utilizzato facilmente da altre organizzazioni che si occupano di educazione e che riconoscono nella bellezza uno strumento potente, collaborativo, originale per orientare le nuove generazioni verso l’esplorazione di futuri alternativi che si prospettano loro davanti nei prossimi anni».
Dunque per passare da una educazione noiosa, senza stimoli, senza bellezza è indispensabile che chi si occupa di educazione abbia la consapevolezza che è impossibile educare senza l’arte, la cultura, l’etica e l’estetica. L’arte è come nutrimento per l’umanità intera. L’accesso all’arte, in ogni sua forma, è un diritto fondamentale, esattamente come tutti gli altri.
La foto di apertura mostra un momento della giornata di studi “Nuove forme di partecipazione: scuola, musei, terzo settore per un’alleanza educativa sotto il segno della bellezza” (foto Di bellezza si vive)
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