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Un’agenzia europea per il Terzo settore
È la proposta lanciata da Stefano Zamagni stamattina a Palazzo Chigi e accolta con interesse da Gianni Letta
La presentazione della Relazione annuale sull’attività svolta dall’Agenzia per le onlus si è trasformata in un’occasione per fare il punto sui prossimi passi da compiere.
Occorre un’agenzia europea
L’occasione era di quelle solenni. Anzi di più: molto solenni. La presentazione, a Palazzo Chigi, della Relazione annuale sull’attività svolta dall’Agenzia per le onlus. Al tavolo quasi tutta l’Agenzia, a cominciare dal professor Stefano Zamagni che la guida, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, Tullio Lazzaro della Corte dei Conti e l’onorevole Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Un’occasione che Zamagni non si è lasciata sfuggire, proponendo fra l’altro che il Belpaese si faccia promotore in Europa della creazione di una agenzia europea per il Terzo settore (l’Italia, «oltre a mettersi alla guida di questo processo, potrebbe esserne anche sede ufficiale» ha spiegato il professore). Un’esigenza che si sta facendo sempre più strada anche in conseguenza ad alcune decisioni della Corte e del Parlamento europeo (la prima su un contenzioso in corso; il secondo con una risoluzione sull’economia sociale nella quale si invitano i governi nazionali ad adeguare le rispettive normative sulla concorrenza) e che certamente contribuirebbe a ribadire la posizione di leadership dell’Italia per quanto riguarda il non profit. Una proposta che Letta ha accolto «con favore».
Una risposta alla crisi
Quella odierna – con la capitale blindata a causa della visita del presidente cinese e in vista dell’ormai imminente G8 – è stata senza dubbio una mattinata speciale. Una «data simbolica» l’ha definita Letta, aprendo i lavori: «sapevamo da tempo che questa sarebbe stata una settimana impegnativa, quella del G8, ma non abbiamo voluto spostare questo appuntamento, visto anche il legame tra ciò che il Terzo settore fa e quello che sarà discusso all’Aquila, dove si dibatteranno molti temi che muovono e ispirano l’attività di questo settore». «Un settore», ha proseguito, «che può dare una più che plausibile risposta alla cristi strutturale della società del benessere, avendo dalla sua anche uno specifico valore aggiunto, quello della solidarietà e dell’appartenenza». Rispetto al quale però, serve, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione che ha «canonizzato il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale, un nuovo schema normativo coerente e appropriato».
Un anno d’attività
Riflessioni che come si accennava il professore ha subito raccolto nel suo intervento plaudendo all’ipotesi di una spesso sollecitata riforma organica della legislazione relativa a Terzo settore e rilanciando, come s’è detto, in chiave europea. Un intervento, il suo, che non si soffermato tanto sulle attività svolte nel 2008 (i molti rapporti istituzionali che hanno dato luogo a protocolli; il contributo sul 5 per mille, naturalmente da stabilizzare e soprattutto da corrispondere; le 1200 richieste di carattere tecnico-giuridico giunte all’Agenzia). Zamagni ha preferito concentrarsi specialmente su alcuni punti. Fra cui le Linee guida (sulla raccolta fondi, la redazione del bilancio di missione e l’adozione a distanza) che saranno pronte entro il prossimo autunno e proseguiranno l’approccio eduttivo (ovvero faranno leva sulla moral suasion per favorire l’emulazione). Il presidente ha quindi sottolineato la disponibilità dell’Agenzia a collaborare con il ministro Sacconi per i piani d’azione che andranno scritti dopo il Libro bianco (nel quale però, si legge nella Relazione, «l’espressione “non profit” mai viene utilizzata») e sollecitato il governo ad aggiornare il Cdpm che nel 2000 ha istituito l’Agenzia. Un invito che Letta ha subito raccolto, annunciando che il testo del decreto è al vaglio delle amministrazioni interessate: «non è lontano il momento in cui vedrà la luce».
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