Famiglia
Una vita da vivere ripartendo dai figli
Lettere dal carcere / Il racconto di Lara. Tratto da "Prospettiva esse", il giornale del carcere di Rovigo
I giornali che arrivano dalle carceri, quando pubblicano testimonianze dirette delle persone detenute hanno il pregio di portare a conoscenza della gente piccoli pezzi di vite che costringono a riflettere, come quelle storie che hanno a che fare con la droga e che troppe volte rischiamo di catalogare senza capire davvero tutto quello che c?è dietro. Sono storie che hanno una complessità che ci impone di essere più attenti e di giudicare meno: dal racconto di Lara, tratto da Prospettiva esse, il giornale del carcere di Rovigo, emerge per esempio che dietro tante vicende che hanno a che fare con la tossicodipendenza e con il carcere c?è un passato in cui le persone non hanno retto alle responsabilità, e hanno finito per rivolgersi alla droga perché era «l?unica a cui non dovevo dimostrare se ero brava oppure no». Leggere queste testimonianze può aiutarci a capire di più e a essere più ?attrezzati? a trovare delle risposte per quelle persone che ci chiedono di essere aiutate.
Ornella Favero (ornif@iol.it)
Mi chiamo Lara, è la prima volta che scrivo per un giornale del carcere. Sono definitiva di una condanna di quasi tredici anni, di cui dieci già scontati, ora sono qui da circa cinque mesi, dopo aver fatto un?evasione da casa dov?ero in detenzione domiciliare. Ora me ne mancano tre di anni, ormai siamo quasi alla fine! Il più è passato direte voi, invece, è la parte più difficile per ben due motivi: il primo perché avevo riallacciato un rapporto, che prima non c?era, con mia figlia che è divenuta da pochi giorni maggiorenne, il secondo perché dopo tanto penare ero riuscita ad avere una casa dell?Ater a basso affitto dopo sette anni di domande. Ora che non sono più ai domiciliari è come se non l?avessi: per fortuna c?è una mia sorella, l?unica che mi dà una mano, un sostegno economico e di tanto in tanto una lettera che più che sollevarmi si sfoga lei dei suoi tanti problemi.
Fin da piccola sono sempre stata il perno principale della famiglia, tutto ruotava intorno a me. La preferita dei fratelli (per mio padre ero il suo Dio), la ?confidente? di mamma (matrigna), l?aiuto fisioterapico per mio fratello, solo perché l?unica capace di fargli fare certi esercizi. Lara era la persona su cui contare per tutto, ma io su chi potevo contare? All?epoca ero solo una bambina di dieci anni con la responsabilità di venti. Pochi giochi, solo tanta responsabilità da portare avanti per non deludere nessuno. Poi è arrivata la droga ?l?unica mia colpa?, l?unica a cui non dovevo dimostrare se ero brava oppure no. Era lei a dovermi dimostrare se era ?buona? o no. Finalmente uno scambio di mali.
Allora, a 14 anni, la vedevo così, ora a 36 le cose sono diverse. Ho smesso, ho ricominciato varie volte, ma solo ora… ora che ho visto mia figlia donna ho capito che non ne valeva la pena. Ora lei è nell?età vicina a quella in cui io ero in attesa di darla alla luce, di darle la vita, forse ora è giunto il momento che lei dia la vita a me.
Lara – Casa circondariale di Rovigo
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.