Violenza di genere
Una videochiamata per vincere la paura di tornare a casa da sole
Grazie al servizio Viola walk home, attivo 24 ore al giorno per sette giorni su sette, le ragazze e le persone che non si sentono sicure per strada possono fare delle viodeochiamate con dei volontari
di Redazione
Non aveva soldi per creare un call center, né aveva intenzione di aspettare che altri facessero qualcosa, ma la voglia di impegnarsi contro la violenza di genere sì, quella c’era, ed era molto forte. Era determinata. Era il 2021, c’era Instagram. L’accesso «più democratico e immediato» alla tecnologia ha fatto il resto. Così la psicologa clinica Laura De Dilectis, 29 anni, ha lanciato la call to action per creare Viola walk home, il servizio sviluppato con l’obiettivo di rispondere al problema della violenza di genere, permettendo alle ragazze e alle persone di sentirsi più al sicuro nel tornare a casa da sole: fa sì che il nostro smartphone si trovi sempre in contatto con qualcuno in caso di pericolo. «Ho chiesto alla rete chi voleva fare parte di questo progetto» ricorda Laura De Dilectis, «e poi ho chiamato l’avvocato e ho chiesto se la videochiamata avesse o meno validità come testimonianza legale». C’era un testimone? Sì. Si poteva partire.
Work in progress
Nato dall’esperienza da Donnexstrada, associazione non profit che lavora per la sicurezza delle persone nelle strade e contro la violenza di genere, oggi quel servizio sta crescendo grazie a V. srl, una startup che si propone di utilizzare sempre più la tecnologia al servizio della sicurezza delle persone: nel team, oltre a Laura, ci sono la psicologa Ilaria Saliva e la psicoterapeuta inglese Georgia Spencer Davison. Attiva da due anni e mezzo su Instagram, la funzionalità è dunque in fase di test (tecnicamente in fase beta, scaricata al momento da 500 persone) e a dicembre dovrebbe essere disponibile Viola, un’app vera e propria, con una versione free e un’altra a pagamento. «Ci sarà la videochiamata, la geolocalizzazione e, se riusciamo, anche le mappe», spiega De Dilectis, «il nostro obiettivo principale è comunque sviluppare al meglio la videochiamata», il servizio più richiesto e quello cui partecipano volontari da tutta Europa.
Volontariato digitale
A luglio 2023 il servizio è stato premiato nella categoria startup del Myllennium Award, iniziativa rivolta agli under 30 e promosso dal Gruppo e dalla Fondazione Barletta, ma Laura era già stata nominata da Forbes tra le persone under 30 più influenti e ha vinto il premio europeo Women in business 2022. A oggi Viola walk home conta 86 mila follower e Donnexstrada 180 mila. «Facciamo», sottolinea «2-3 videochiamate al giorno. Ne abbiamo contate più di 2 mila da quando il servizio è operativo». Dicevamo dell’impegno dei volontari: 200 persone sparse in tutta Europa (18 lingue rappresentate) che hanno risposto alla call di Viola walk home e che hanno dato la loro reperibilità notturna. «È una forma di volontariato digitale in cui la persona, da casa, può aiutare altre persone».
Com’è nata Viola walk home
La spinta che ha portato alla creazione di Viola walk home è nata nel marzo 2021, in piena pandemia, con la storia di Sarah Everard, giovane donna rapita, violentata e uccisa a Londra da un poliziotto mentre rientrava a casa alle nove di sera. «Lì, ho capito che non eravamo sicure né libere di camminare in strada da sole. Non lo ero io e come me tutte le altre donne. La violenza in strada non era un problema allora che veniva sentito né che aveva risposte dallo Stato». Da ricordare anche che con il Covid eravamo in pieno boom dirette. Da qui l’idea, innovativa dal punto di vista tecnologico e per l’approccio al tema. Alle dirette per gioco e divulgative hanno aggiunto le dirette “di servizio”. Di fatto «un call center a costo zero. Un modo per utilizzare Instagram per il sociale», sottolinea Laura.
Violenza e percezione della paura
Secondo l’Istat (dati pubblicati nel 2020, su periodo di riferimento 2014), il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
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Foto in apertura da Unsplash
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