Non profit

Una vacanza arcobaleno

Le nostre vacanze? Sono vigilate stravaganze,un po’ come il carnevale nei periodi dittatoriali. Domenico De Masi

di Giuseppe Frangi

Fa un po? specie parlare di turismo mentre il mondo è sull?orlo di un conflitto assurdo. Eppure anche il turismo c?entra con questa guerra. Abbiamo sentito di reciproche ritorsioni tra americani e francesi: i primi disdettano i viaggi verso Parigi. I secondi, già poco propensi a uscir di patria, sono diventati ancora più restii ad attraversare l?Oceano.
Nulla di nuovo, intendiamoci. Da dopo l?11 settembre i grandi flussi turisti hanno conosciuto una svolta. La gente ha paura di quel che c?è fuori dai propri confini: l?altro viene sentito come potenziale nemico. Si cercano solo mete protette, dove l?illusione che tutto continui come a casa propria non viene interrotta da nessun inconveniente.
Ma accanto a questo mega trend dettato dalla paura o da nuove irriducibili inimicizie, qualcosa sta cambiando, goccia a goccia; passo a passo. Il turismo, fenomeno globale, nei suoi terminali più periferici, si è fatto invece contaminare da altre esigenze, da altri criteri. È un fenomeno di nicchia o è invece destinato a crescere a dispetto di tutti i programmatori globali?
Azzardiamo una risposta: è un fenomeno che costringerà a profonde modificazioni dell?offerta turistica. Del resto, per trovare una conferma basterebbe porsi una semplice domanda: che idea ha di vacanza quest?immenso popolo, trasversale in tutti i sensi, sceso nelle strade d?Italia con la bandiera della pace?
È inutile e ridicolo continuare a pensare che si tratti di aggregazioni passeggere. Che siamo di fronte a un?idea che non intacca le consuetudini di vita di chi la fa propria. Tierra, sul prossimo numero, proporrà a tutti i suoi lettori un?inchiesta sulle vacanze del popolo della pace, sulle mete preferite, sul modo di concepire il tempo libero. Intanto, già da questa settimana si sofferma su un trend semplice e affascinante: quello delle vacanze a piedi. Che non sono l?ultimo sfizio esotico di un consumatore stanco delle solite offerte, ma rappresentano il desiderio di conoscere e relazionarsi in modo diverso, più vero con il mondo che ci circonda. Camminare è il modo più semplice e naturale di dare un seguito a quel desiderio positivo di pace che, passo dopo passo, ha dato spettacolo di sé in queste settimane dominate dalla prepotenza e dall?irrazionalismo.

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