Cultura

Una trama d’amicizie per esplorare il buio

L’ultimo libro di Luca Doninelli è un piccolo prezioso romanzo autobiografico che ci conduce nei pressi di una potentissima e contemporanea icona dell’Altro, di Stefano Boeri

di Redazione

Luca Doninelli
La polvere di Allah
Garzanti, pp. 125, euro 12

L?ultimo libro di Luca Doninelli, La polvere di Allah, è un piccolo prezioso romanzo autobiografico che ci conduce nei pressi di una potentissima e contemporanea icona dell?Altro, quella del fondamentalismo islamico. Ma non la affronta di petto. No, preferisce sfiorarla, o piuttosto direi circumnavigarla attraverso una trama sottile di triangolazioni.

Sono triangolazioni geografiche – tra Parigi, Il Cairo, Milano, Rijadh, Londra, Bagdad – e triangolazioni mnemoniche quelle intrecciate da Doninelli. Risonanze tra frasi, racconti, lettere, ricordi, rancori, che legano al narratore un piccolo gruppo di suoi coetanei: Naghib, Mohammed/Mamed, Marcello, Omar.

Senza pretendere di spiegare, di criticare, di commentare, Doninelli ci invita a osservare, con un continuo cambio di prospettiva, l?esperienza di un affidamento totale, che stringe corpo e anima in una fede cieca e rigorosa, che libera in un sol colpo da incertezze e inquietudini, che fissa le nostre piccole radici in un tempo assoluto. La prossimità al fondamentalismo sfiora o intercetta tutti i personaggi del libro; e li cambia tutti, virandoli verso la tragedia, il rancore, il silenzio. Alla fine delle 125 pagine, per loro – e per noi – nulla è come prima.

La forza del libro di Doninelli sta proprio nel non cercare la retorica o lo stupore che il contatto con l?Altro può suscitare. Sta nell?affidare la trattazione di una questione nodale del nuovo millennio a una sottile trama di amicizie e di occasioni.

Nel triangolare sentimenti, reazioni, incontri, che tutti insieme, come i carotaggi di un archeologo, ci spiegano finalmente cosa possa scatenare una scelta improvvisa, dettata da una coincidenza che procura una catastrofe interiore; qualcosa che assomiglia ad un abbandono, ad un tuffo in una parte di noi stessi che era sempre stata lì, oscura e semplice. Qualcosa che di colpo ci assorbe per sempre.

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