Intimidazioni
Una testa di animale davanti alla sede trentina della Lav
«Gesto vile e violento: presentiamo denuncia contro ignoti e chiediamo controllo telecamere di servizio della zona ma chi sa parli. Chi ha le mani sporche di sangue non sarà mai dalla parte della ragione. Auspichiamo una condanna pubblica del gesto da parte delle istituzioni», commentano alla Lega anti vivisezione
Nessun vile attacco macchiato del sangue di un povero animale ci farà arretrare di un millimetro nella battaglia di civiltà che conduciamo da tanti anni anche in Trentino», sono queste le parole di Simone Stefani, vicepresidente nazionale Lav e responsabile Lav Trento, che nella mattina del 31 ottobre ha trovato una testa di animale davanti la sede provinciale dell’associazione.
La Lav rende noto di aver già sporto denuncia alle forze di polizia, ha chiesto l’attivazione del Commissario di Governo per il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza e la testa di animale è stata consegnata all’Istituto Zooprofilattico per i rilievi.
Un attacco alle battaglie animaliste
«A seguito delle nostre battaglie legali e della grande manifestazione a Trento del 16 settembre scorso contro la caccia questo è un chiaro attacco alle nostre attività che ogni giorno non solo in Trentino, ma in tutta Italia, portano in salvo vite strappate alle mani dei loro aguzzini, in applicazione delle normative nazionali e dell’articolo 9 della nostra Costituzione che chiedono con chiarezza rispetto e tutele per gli animali», ha proseguito Stefani.
Il responsabile Lav Trento ha aggiunto: «È evidente come le nostre battaglie a tutela degli orsi, dei lupi e degli altri animali abbiano disturbato individui che fanno dello sfruttamento e della violenza sugli animali una metodologia anche di profitto e che non vogliono arrendersi all’evoluzione della sensibilità e delle normative a tutela degli animali. Questo vile gesto ci dimostra ancora una volta come la nostra strada sia quella giusta: chi uccide un animale e usa la sua testa per mandare un messaggio di chiara ispirazione mafiosa, non potrà mai stare dalla parte giusta della storia».
L’intervento del presidente nazionale Lav
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente nazionale Lav, Gianluca Felicetti che a nome dell’associazione ha chiesto: «Il controllo delle telecamere di servizio della zona della nostra sede per individuare gli esecutori materiali, chi sa parli! Auspichiamo una condanna immediata da parte delle Istituzioni: minacce e ritorsioni non devono mai cadere nell’ombra e nell’omertà».
In una nota si sottolinea che «il presidente, il direttore generale, il comitato esecutivo, il consiglio direttivo, le 70 sedi sul territorio e le centinaia di attivisti e gli oltre 50mila sostenitori a livello nazionale dell’associazione si stringono intorno ai soci e alle attiviste della sede trentina della Lav».
Foto da ufficio stampa
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